(Riceviamo e pubblichiamo). Il vice coordinatore provinciale di “Cambiamo” interviene e pone l’attenzione soprattutto sul territorio della Locride, da lui definito «…un territorio dalle grandi potenzialità, ma che per la cronica carenza di infrastrutture resta relegato ai margini della stessa economia regionale calabrese»
“Se la «Questione meridionale» rappresenta un problema per l’Italia, c’è un altro Sud che vive un’emergenza ancora più grave”. Non usa mezzi termini Sebastiano Primerano, vice coordinatore provinciale di “Cambiamo con Toti”, movimento politico che in questi giorni ha lanciato la nuova e più ampia sfida nel centro destra sotto la bandiera di “Coraggio Italia”, grazie all’unione di intenti del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti e del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
“C’è un Sud nel Sud che merita maggiore attenzione – afferma Primerano – E tra questi va elencato senza esitazioni il territorio della Locride. Un territorio, sicuramente dalle grandi potenzialità, soprattutto in ambito turistico, ma che per la cronica carenza di infrastrutture: strade, porti, trasporti, resta relegato ai margini della stessa economia regionale calabrese, già di per sé asfittica”
“Da imprenditore e da cittadino impegnato in politica – aggiunge Primerano – ho sempre cercato di affrontare e risolvere i problemi che quotidianamente si pongono davanti a noi. Ma sento che bisogna ancora far valere i diritti di un territorio che è chiaramente dimenticato dalla politica nazionale e purtroppo anche dai suoi attuali rappresentanti presso gli enti locali”. “Nessuno si salva da solo”, non è una frase fatta, ma un obiettivo, che soprattutto in riferimento al territorio della Locride deve diventare programma di lavoro, di studio, di elaborazione di progetti e proposte per ‘attrezzare’ come merita il nostro territorio”
Sarà questo il percorso che Sebastiano Primerano porterà avanti nel suo nuovo ruolo di vice coordinatore provinciale di “Cambiamo-Coraggio Italia”. “Serve, infatti, più coraggio, più determinazione, ma soprattutto – conclude – maggiore consapevolezza delle opportunità che possiamo creare per la crescita economia e sociale del nostro territorio, che deve uscire definitivamente dalla sua marginalità, in una Calabria, già resa marginale da una politica nazionale, finora, cieca e priva di idee”