Nell’attuale periodo di restrizioni alla mobilità per preservare il diffondersi della pandemia, un ruolo assai importante è rivestito dalle donne e uomini della Polizia di Frontiera che opera in ambito aeroportuale. Il compito degli agenti, fondamentale per la sicurezza sanitaria, è la verifica delle autocertificazioni presentate dai passeggeri che, com’è noto, possono muoversi tra le regioni soltanto per motivi di salute, lavoro o per altre cause urgenti.
I poliziotti effettuano le operazioni di controllo in postazioni singole (normalmente adibite per i check-in), garantendo e controllando il distanziamento per i passeggeri in partenza, e ciascuna tratta un flusso giornaliero medio intorno ai 4000/5000 transiti.
Mediamente vengono utilizzate fino a 16 postazioni di controllo nell’arco dell’intera giornata.
Nei primi tre mesi i numeri sono rilevanti: assomma, infatti, a 197.082 il totale passeggeri in partenza
Le giornate di maggior afflusso si sono registrate il 3 gennaio, con un numero totale di passeggeri in partenza di 6564, il 9 gennaio con un numero totale di passeggeri in partenza di 4268 e il 10 gennaio con un numero totale di passeggeri in partenza di 6631.
In quei giorni, sono stati diversi i voli schedulati nello stesso arco temporale, con conseguente apertura in contemporanea di diverse postazioni di controllo e con l’utilizzo ininterrotto, dalle ore 05.00 alle ore 20.00, di un numero elevato di postazioni costantemente presidiate dal personale della Polizia di Stato.
Ma l’attività degli agenti non è stata solo di controllo, ma anche proattiva: infatti, si segnalano 13 negati imbarchi per carenza dei requisiti necessari e l’apertura di un procedimento amministrativo di verifica ai fini dell’applicazione del DPCM del 02 marzo 2021, in combinato disposto con le ordinanze del Ministro della salute del 9 gennaio 2021 e del 13 febbraio 2021, relativo agli “spostamenti da e per l’estero” nei confronti di una nota compagnia di viaggio, perché ha fatto imbarcare 4 passeggeri sprovvisti di test molecolare.