Nota diffusa da Sipem SoS Società Italiana Psicologia dell’Emergenza Social Support – Sez. Calabria: <<Le ripercussioni esistenziali delle tragedie improvvise si estendono ad un’ampia gamma di potenziali danni alla salute mentale. Le emergenze rappresentano un’esperienza intensa, dura, difficile e fra le cose che maggiormente causano dolore e sofferenza vi è la rottura della normale routine, che ha un effetto destabilizzante sia sui singoli individui che sulle comunità. Per questo motivo noi psicologi dell’emergenza durante le catastrofi, in prima battuta ci occupiamo della stabilizzazione delle persone e successivamente della loro riattivazione, sostenendoli ed incoraggiandoli nel recupero della normalità, e al ritorno alla quotidianità. Questo intervento riguarda in maniera specifica l’attivazione delle così dette strategie di coping che, unite ad azioni tese a sviluppare la resilienza delle persone colpite facilitano la stabilizzazione psicologica e favoriscono un processo di graduale normalizzazione. Affrontare un evento emergenziale che interrompe bruscamente e drammaticamente la regolarità di vita è difficile per tutti ma lo è ancora di più per i bambini catapultati improvvisamente in un mondo sconosciuto e minaccioso, dove i punti di riferimento della quotidianità vengono annullati, sono loro infatti quelli che possono sperimentare di più sensazioni di smarrimento, sconforto e angoscia, sentirsi sopraffatti, confusi o spaventati. L’esposizione ad un evento traumatico, genera immediate alterazioni del sistema neurofisiologico del bambino o adolescente e di conseguenza alterazioni dello stato emotivo e del comportamento. Bambini e pre-adolescenti provano dolore nello stesso modo degli adulti ma lo esprimono con modalità diverse: le reazioni variano a seconda dell’età e dell’importanza emotiva dell’evento e i più piccoli spesso non riescono a verbalizzarlo, anche per un limite che l’età impone alle loro capacità di resilienza emotiva e di comprensione. Nelle situazioni di precarietà è necessario offrire ai bambini una base sicura, regolarità, un luogo affettivo di tutela che possa rassicurarli se spaventati, consolarli se tristi, proteggerli da pensieri intrusivi e angoscianti, una base sicura dove riprendere i fili della realtà spezzata e dove si può continuare a vivere, e a sperare. Mi auguro che queste mie considerazioni rimangano vivide nelle nostre menti ogni qual volta si decida di interrompere senza preavviso le normali attività scolastiche. Dott.ssa Alessandrina Paviglianiti Psicologa e psicoterapeuta Presidente Regionale SIPEM sos Calabria