È partita la minirassegna cinematografica ideata dalla Biblioteca delle Donne di Soverato “Incontriamoci al cinema. Le donne si raccontano”, che ha come location il Supercinema di Soverato (l’ingresso è naturalmente gratuito). Presenti, oltre le socie della biblioteca, i presidenti dei club service e delle associazioni del comprensorio, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Soverato, la professoressa Antonia Doronzo, presidente della Fidapa e l’avvocata Sandra Tassoni, presidente del Soroptimist; Fidapa e Soroptimist hanno sostenuto con un contributo finanziario questa iniziativa della Biblioteca delle Donne. «Non è certo una novità che a marzo si faccia un gran parlare delle donne – ha esordito la Presidente della Biblioteca, Lilly Rosso – ma proviamo a chiederci: chi sono le donne? Che cosa cambia quando cambiano le donne? Avere un luogo come la Biblioteca indubbiamente ci aiuta perché per noi non è importante semplicemente stare insieme. Con i nostri incontri interni (gruppo lettura, cineforum) e le manifestazioni esterne (Rassegna Cinema – Progetto Scrittrici) proviamo a interrogarci, a elaborare pensiero, a immaginare l’avvenire di donne e uomini che tentano assieme di trovare un loro cammino». «Ciò che ci unisce – ha aggiunto – è la possibilità di far valere i nostri desideri, cioè di far entrare la visione femminile del mondo sullo scenario pubblico attuale». La parola è stata poi ceduta alla professoressa Maria Grazia Riveruzzi, referente del Gruppo Cinema, che ha introdotto il film “Due partite” di Enzo Monteleone, soggetto di Cristina Comencini, illustrando il linguaggio e le tecniche di comunicazione. «La scelta del film – ha così spiegato Maria Grazia Riveruzzi – non è stata casuale, si tratta di un confronto di due generazioni in una commedia dolce-amara, in cui si racconta come eravamo e come siamo. Rappresenta un momento di intrattenimento, ma anche un momento di riflessione rivolto non solo alle socie , ma l’intera comunità. È anche una iniziativa nata antitesi alle attività ludiche legate alle donne, che tendono a dimenticare le battaglie che le donne hanno condotto e quelle che devono ancora affrontare. Essere donne significa: allegria, dolore, fatica ed energia». Dopo la proiezione del film è seguito un dibattito, in cui sono emerse emozioni, ragioni, porzioni di vita e di verità creando, le condizioni per guardarsi e confrontarsi in un comune esercizio di libertà.
Gazzetta del Sud del 28 marzo 2010 – Maria Anita Chiefari
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