Caro Tito, la prima edizione del “Cammino della Prima Italia” del 4-5-6 settembre 2020 (Squillace Lido – Marina di Curinga) ha avuto un grande successo e quasi sicuramente la UISP di Catanzaro (presidente Felice Izzi) e la Nuova Scuola Pitagorica di Crotone (scolarca Salvatore Mongiardo) organizzeranno ancora meglio la seconda edizione del prossimo anno 2021. Purtroppo, questa volta (per motivi di Covid-19) i partecipanti sono dovuti essere “a numero chiuso” (soltanto 50 provenienti anche da altre regioni italiane) e molte iscrizioni non hanno potuto essere accettate. Ma i risultati sono come se ne avessero preso parte mille e mille e mille altri ancora.
Infatti, i simboli, i significati, i luoghi sono stati assai suggestivi e hanno toccato il profondo del cuore di tutti, anche di noi che abbiamo dovuto, per forza di cose, seguire la manifestazione dall’esterno, ma con eguale intensità evocativa e partecipativa. Anche sentimentale e civica.
Già ci sono prenotazioni per il prossimo anno, come Giuseppe Mungo (squillacese ultrasettantenne residente in Francia che ha seguito giorno per giorno il percorso sui social-media) o come Vincenzo Antonio Maria Serrao di Fossato Serralta o un gruppo di milanesi che quotidianamente màcina chilometri e chilometri per tenersi tonici e in forma.
1 – I PRINCIPALI SIMBOLI
La simbologia è quella propria della “Prima Italia”: l’unione delle vicine sponde del mare Jonio e del mare Tirreno (distanti tra loro poco più di 30 km, il punto più stretto della penisola italiana e il passaggio quasi obbligato di innumerevoli civiltà); i sissizi di re Italo; il nome ITALIA nato proprio in questo territorio dell’Istmo circa 4mila anni fa e che nei secoli si è gradualmente esteso fino alle Alpi e alla Sicilia; il suo bue di pane (poi adottato dal filosofo Pitagora di Crotone) per la concordia e la cooperazione tra le genti.
Infatti, i camminatori hanno prelevato un po’ d’acqua dallo Jonio che poi, all’arrivo del 6 settembre, hanno miscelato con le acque del mare Tirreno in simbolo di unità. I sissizi sono quei pasti comuni che re Italo (circa 4 mila anni fa) adottava, molto saggiamente, per tenere in pace ed unite le sue genti e che i camminatori hanno rievocato durante le soste serali nelle due tappe occorrenti per completare il percorso. In particolare, la condivisione del bue di pane (che ancora viene sfornato in alcune località calabresi, come Spadola in provincia di Vibo Valentia) è stata effettuata in spirito di amicizia, pace e armonia.
2 – I PRINCIPALI SIGNIFICATI
I significati e i valori dell’evento sono stati evidenziati più volte, fin dalla presentazione di domenica 7 luglio 2019 alle ore 19 al Mulinum di San Floro – CZ. Quello più evidente è la camminata come elemento ecologico di salute del proprio corpo, della propria mente e come rapporto diretto con la natura ed il territorio. Quello intrinseco è rinnovare la memoria storica e identitaria del fatto che la prima Italia sia nata proprio nell’Istmo che, fin da allora aveva il significato di unire le sponde dei due mari come elemento di civiltà tra popoli e civiltà.
Come ha chiaramente spiegato il filosofo Salvatore Mongiardo alla partenza, tale Cammino ha il principale significato e scopo di ricordare che la felicità umana è possibile e che, perciò, tale manifestazione intende esortare a lavorare per il benessere collettivo, contro tutte le ingiustizie e i cattivi valori che impediscono la felicità umana. Realizzare tale felicità significa anche riconoscersi anima dell’Universo e, quindi, armonia. Non è soltanto un Cammino naturalistico, filosofico, storico e promozionale del territorio, ma è il cammino della nuova frontiera, di una nuova civiltà per un mondo felice. Per dire che l’attuale mondo non va così come é! Allora il “Cammino” diventa un fatto culturale per cercare di migliorare l’animo delle persone e delle nazioni, degli Stati indicando nella lungimiranza del benessere globale lo scopo della vita umana.
3 – I PRINCIPALI RISULTATI
Caro Tito, ad ascoltare le dichiarazioni rilasciate da alcuni partecipanti, l’entusiasmo e i sentimenti suscitati dalla manifestazione sono stati tanti e tali che tutti vogliono ripetere l’esaltante esperienza. Pure io (che ho vissuto l’evento a distanza di 700 km di distanza, attraverso vari contatti e documenti video-sonori) ho percepito tali sensazioni. In particolare, sono rimasto incantato per alcuni luoghi e situazioni che ancora non conoscevo di questa nostra bellissima terra calabrese, anzi della nostra stessa provincia di Catanzaro.
Ad esempio, come essere indifferenti dinanzi alla maestosità di uno degli alberi più antichi e giganteschi del mondo, quel platano di Curinga che la UISP ci ha fatto conoscere tramite la diffusione di foto e di video?… E nella stessa Curinga, bisognerebbe conoscere meglio i resti del monastero di Santa Elia Vecchio, dove ancora esiste, antica di oltre mille anni, la cosiddetta “cupola del sole” (costruita a similitudine del Pantheon di Roma) dove la luce effettua dei giochi astronomici tali da interessare il mondo scientifico anche internazionale.
Quanti di noi sapevano dell’esistenza dei resti delle terme romane in località Acconia nel comune di Curinga, prima che ce lo dicesse il Cammino della Prima Italia? E così tante altre presenze storico-naturalistiche, architettoniche ed anche gastronomiche (come il gelato artigianale di Jacurso servito in “brioche a bocca aperta”).
E molto soddisfatto si dice l’attivissimo assessore al turismo del Comune di Squillace, Franco Caccia, il quale non soltanto ha appoggiato con determinazione ed entusiasmo il Cammino della Prima Italia, ma intende andare oltre. Infatti, sta lavorando per istituire nella sua Città il “Centro Studi della Prima Italia” affidato alla sagacia del filosofo Salvatore Mongiardo e alla supervisione, con presidenza onoraria, del professore Armin Wolf, storico tedesco che, così tanto innamorato dell’epoca della Prima Italia e della nostra regione, ha persino scelto di abitare qui da noi, acquistando una casa al borgo di Squillace, proprio sotto al Castello.
Personalmente spero tanto che di tale “Centro Studi” possa fare parte chiunque abbia a cuore il passato, il presente ed il fururo della nostra regione e, in particolare, pure Giovanni Balletta, presidente dell’associazione culturale “Calabria Prima Italia”, fondata quasi venti anni fa assieme a me proprio in Agnone del Molise, quando è venuto a presentare con molto successo il libro “La Calabria nel suo periodo eccelso” (edito da Rubbettino nel 2001). Dello stesso Balletta sta per essere stampato in Roma un altro libro incentrato proprio sull’epoca della “prima Italia” e dintorni. Te ne darò conto appena avrò la possibilità di averlo e di leggerlo. Ma da quel che so, dovrebbe essere un libro imperdibile!
4 – RIPERCUSSIONI FUORI CALABRIA
Caro Tito, sai bene che cerco di diffondere il più possibile tutte le bellezze e le magnificenze della nostra regione, tra cui fin dal 1983 l’importante fatto storico che proprio qui, in Calabria, e in particolare nell’Istmo di Catanzaro, sia nato il nome ITALIA che – ribadisco – tanta fortuna ha avuto nei quattro millenni della sua esistenza, tanto da denominare tutta la penisola dalle Alpi fino a Capo Sud ed anche le isole (Sicilia, Sardegna e, per alcuni periodi pure la Corsica). E’ uno dei nomi più antichi del mondo per una Nazione.
Pure questa volta ho fatto larga diffusione tra tutti i miei contatti per l’evento del Cammino della Prima Italia sia con la Lettera n. 295 del primo settembre scorso (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-295-istmo-di-catanzaro-vedra-il-cammino-della-prima-italia-4-5-6-settembre-2020/) e sia rilanciando la documentazione video-fotografica che mi proveniva direttamente dalla UISP (in particolare dal presidente Felice Izzi), dallo stesso assessore Caccia e da altri.
Qui ti voglio presentare i più significativi commenti avuti da tre persone amiche tra le tante contattate via whatsapp. La prima, quella più interessante, mi è pervenuta da una insegnante in pensione, residente in una regione del centro Italia. Ecco cosa mi ha scritto: << E’ una sorpresa per me il fatto che il nome Italia sia nato in Calabra. Se così è, ben vengano tutte le iniziative volte a promuovere la conoscenza di questa parte di storia e la valorizzazione del vostro territorio >>.
Ecco un’altra frase emblematica, questa però di una calabrese che insegna in provincia di Firenze: “Anche per me fu una sorpresa quando lo seppi … una sorpresa che sa di riscatto”. Ed un’altra nostra corregionale residente a Milano: << Conoscevo già da tempo che il nome Italia nacque in Calabria quindi fiera di essere calabrese… Bisognerebbe apprezzarla e valorizzarla come merita >>.
Un amico, residente fuori regione, dopo avere avuto le immagini del “Cammino della Prima Italia” mi ha scritto che siamo noi stessi calabresi a non volere conoscere la nostra regione. E così, per dimostrami che cominciava a fare sul serio (ma anche per fare piacere a me personalmente che sa molto impegnato nella valorizzazione della nostra terra), ha portato la famiglia nella zona di Capo Sud, visitando la costa tra Brancaleone e Palmi, in un’intera giornata, seppure sommariamente, giusto per farsi un’idea.
Ma, rimasto assai impressionato da tanta bellezza, mi ha promesso che ci ritornerà con calma e che mi terrà informato sulle sue escursioni calabresi negli anni futuri, come prova della sua buona volontà di conoscere la Calabria. Anzi, mi ha altresì promesso che cercherà di fare proseliti tra i suoi amici. Bene!
5 – CONOSCICALABRIA
Saranno quanti anni (50 forse 60) che scrivo e mi affanno ad invitare gli stessi calabresi a conoscere il proprio territorio?!… C’è gente che non è mai andata addirittura in un paese vicino al suo! E’ inconcepibile nel 21° secolo. Personalmente, dagli 11 anni ai 13 anni, con la bicicletta di mio padre, durante le vacanze estive della scuola media, ho girato tutte le Marine e tutti i borghi collinari che vanno da Catanzaro Lido a Riace … proprio per conoscere, per avere un’idea dei paesi vicini o prossimi al mio, Badolato Marina.
E, per quanto mi è stato possibile, ho cercato di visitare o almeno di farmi un’idea di tutte le regioni italiane, completando la mia programmazione nel marzo 1974, quando ho visitato pure la Sardegna che allora mi risultava un po’ fuori mano. Fosse stato per me, avrei fatto il “giramondo” di professione … ma non sempre si può fare ciò che si desidera!… Così mi sono dovuto accontentare di fare piccoli viaggi nei paesi esteri dove avevo parenti emigrati (pure nella più lontana Australia e in Canada). E posso dire di essere stato in tutti i cinque continenti.
Riguardo l’Europa, come possiamo dirci europei se non conosciamo almeno tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione?… Ai tempi della mia giovinezza era alquanto difficile e costoso viaggiare, pur adattandosi a chiedere l’autostop. Ed io pur di viaggiare e conoscere ho fatto tanti autostop! … Ma adesso, con i viaggi aerei accessibili quasi a tutti, potremmo essere tacciati di pigrizia non andare all’estero, specialmente in Europa. A parte il fatto che dimostrare di aver conosciuto tante nazioni è importante pure per il proprio “curriculum vitae”. Specialmente se in vista di un’occupazione o di un avanzamento di carriera!
Che io sappia, pare che non ci siano apposite campagne istituzionali per aiutare le singole persone (specialmente i giovani) e le famiglie a viaggiare. Per l’estate appena trascorsa il governo ha incentivato le vacanze dentro i confini nazionali, ma è un’eccezione per la prevenzione del Covid-19. Ritengo che ci debbano essere dei veri e propri programmi che prevedano quasi l’obbligatorietà (specialmente per le scuole) di conoscere il proprio territorio e quanti altri più territori possibile, dal momento che viaggiare bene è determinante non soltanto per la pace nel mondo, per la circolazione delle idee e l’economia dei Paesi, ma anche e soprattutto per l’elevazione personale e sociale dell’individuo il quale, con più esperienza di mondo, può rendere di più in ogni sua attività, lavoro e professione compresi. E la sua maggiore sensibilità internazionale lo dovrebbe portare ad essere più buono, più civile e solidale. Più cittadino del mondo! Investire nell’amore per i viaggi e la conoscenza del mondo è investire sulla pace e l’armonia!
Perciò, un programma promozionale “conosci-calabria” (ad esempio) come paradigma del “conosci-regione” … “conosci-europa” … “conosci-mondo”… eccetera … sarà assai utile per avere cittadini più “smart” per sé stessi e per la globalizzazione. I tempi che viviamo lo richiedono. Anzi lo pretendono!
6 – LA REGIONE CALABRIA, IL COMUNE E LA PROVINCIA DI CATANZARO
Caro Tito (nel congratularci per la lodevolissima iniziativa del “Cammino della Prima Italia” con gli organizzatori, i partecipanti ed i Comuni che li hanno ospitati) vorrei concludere questa “Lettera n. 297” con l’ennesima esortazione alle istituzioni regionali di definire ufficialmente REGIONE CALABRIA PRIMA ITALIA il nostro ente maggiore, proprio per dare il giusto valore alla storia e alla preiosità di questo territorio e di questo popolo. Spero tanto che le prossime edizioni del Cammino, lo stesso Centro Studi Prima Italia di Squillace che sta per nascere ed ogni altra iniziativa possa contribuire a sensibilizzare i Responsabili regionali a prendere la decisione di non tardare più nell’evidenziare il miglior vanto che abbiamo nel mondo. A cominciare dal proprio nome identificativo … CALABRIA PRIMA ITALIA.
Inoltre, vorrei fare un ennesimo appello al Sindaco e alla Città di Catanzaro, il cui sito web istituzionale riporta una pagina intitolata “Catanzaro dove nacque il nome Italia” https://www.comune.catanzaro.it/catanzaro-dove-nacque-il-nome-italia/#:~:text=Il%20nome%20Italia%20deriva%20dal,(vitulus%2C%20in%20latino). Tutto lì. Il cittadino, in genere, si aspetta che (dopo una tale importante e solenne enunciazione) il Comune si adoperi per valorizzare una così strategica risorsa. Invece pare che non si sia registrato alcun evento degno di attenzione, a parte forse un tabellone (3×6 metri) che, ora rimosso o rimesso, era stato posto davanti alla galleria del Sansinato (zona di ingresso della città per chi proviene da Lamezia) in cui si annuncia al passante: << Benvenuti a Catanzaro, qui nacque il nome Italia >>.
Si diano da fare sia il Comune che la Provincia di Catanzaro, ai cui massimi responsabili ho inviato in decenni di ripetuti appelli una infinità di proposte per valorizzare questa immensa risorsa. Mi ha risposto soltanto l’assessore Roberto Talarico, molti anni fa, il quale mi aveva promesso che avrebbe fatto … avrebbe fatto, ma poi non si è sentito più. Forse è stata sua l’iniziativa di far fare il tabellone al Sansinato ed altri tabelloni su Ulisse. O mi sbaglio?… Scusa, Tito, se magari non riesco ad essere esatto, però non è facile vedere giusto a 700 km di distanza…
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, mi sembra un peccato mortale stare inerti e non valorizzare (come istituzioni e cittadini) l’enorme ricchezza che ha la nostra Calabria a 360 gradi. Un motivo in più per elogiare coloro che come La UISP di Catanzaro e la Nuova Scuola Pitagorica di Crotone si danno molto da fare (nonostante le loro esigue possibilità economiche, logistiche ed organizzative). La Calabria potrebbe vivere soltanto della sua bellezza, non a caso si chiama Calabria (terra della bellezza).
Aspettando di inviarti la “Lettera n. 298” (che si preannuncia già assai interessante) ti ringrazio per la sempre gentile ospitalità ed evidenza. Tante cordialità!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
Azzurro Infinito a Vasto Paradiso, giovedì 17 settembre 2020 ore 21,55 – Le foto che non mi sono state fornite dalla UISP di Catanzaro e da Franco Caccia, sono state prese dal web.
Video: Da Squillace a Curinga