L’accentuarsi della protesta dei lavoratori nell’indotto, culminato nel presidio allestito stamane davanti all’ingresso della Raffineria e la decisione di proseguire lo sciopero ad oltranza fino a quando non sarà trovata una soluzione, che permetta alle maestranze, in atto fuori dall’industria, di rientrare al lavoro, è seguita con particolare attenzione anche dall’Amministrazione comunale. “È un peccato che l’incontro di oggi sia saltato. – afferma il Sindaco Giovanni Formica – Sono certo che sarebbe stato utile per fare un passo in avanti nella delicata trattativa che vede protagonisti centinaia di lavoratori dell’indotto della RAM al momento fermi. Comprendo che, a fronte della situazione di stallo determinatasi, la decisione delle organizzazioni sindacali di proclamare lo stato di agitazione era ineluttabile, così come scontate erano le azioni di protesta di chi al momento non riesce ad immaginare il proprio futuro. Credo, comunque dalle informazioni, che ho assunto, vi siano margini e disponibilità per trovare soluzioni, che permettano di gestire questa complessa vicenda col minor danno per tutti nell’immediato, nella prospettiva di un pieno e rapido ritorno alla normalità, auspicato da tutti. È ovvio però che gli attori in campo devono sentirsi pronti ad esaminare i profili critici fuori dagli schemi tradizionali. Stiamo vivendo un momento particolarmente delicato, in cui ciascuno deve avvertire come più forte la responsabilità del proprio ruolo. Se tutti consideriamo un valore la ripartenza economica e sociale del nostro territorio, questo è il momento di dimostrarlo, abbandonando i tatticismi e collocando le questioni nella loro dimensione reale; una dimensione, che va ben oltre la vertenza ed investe in maniera prepotente tutta la comunità milazzese e della Valle del Mela. I Sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela – conclude Formica – continueranno certamente a seguire la vicenda, pronti ad intervenire ogniqualvolta si renda necessario o ne siano richiesti, per concorrere nella ricerca delle soluzioni possibili”. Particolare solidarietà proviene anche dall’associazione A.D.A.S.C. (Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini), che nella persona del suo presidente Giuseppe Maimone ha espresso un’esortazione con la seguente nota: “In queste ore stiamo seguendo l’evolversi della delicata situazione all’interno della Raffineria di Milazzo; i dipendenti dell’indotto, a causa del taglio degli investimenti da parte dell’industria e degli azionisti, rischiano di rimanere a casa. I dirigenti della società continuano a tirare in ballo, in modo strumentale, il Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria approvato dalla Regione Siciliana. È chiara la loro intenzione di non investire per adeguare gli impianti alle migliori tecnologie disponibili a ridurre l’inquinamento e quindi i rischi sanitari per la popolazione ed i lavoratori. Ribadiamo ancora una volta che non è assolutamente vero che le disposizioni del Piano sono inapplicabili, perché fanno riferimento a tecnologie pubblicate in un “elenco” approvato dall’Unione Europea per tutti gli impianti di raffinazione già esistenti (le cosiddette “BAT Conclusions”); peraltro le altre raffinerie siciliane, nei ricorsi presentati al TAR contro il Piano, quantificano gli investimenti necessari per adeguarsi al Piano in 150-180 milioni di euro (da spalmare fino al 2027), smentendo di fatto la tesi dell’inapplicabilità del Piano. La realtà è che le raffinerie vogliono continuare ad inquinare la nostra terra, fare profitti sulla pelle dei siciliani e distruggere il clima, senza fare i necessari investimenti a tutela dei lavoratori, della salute e dell’ambiente. Più volte abbiamo sottolineato l’importanza degli investimenti, anche dal punto di vista occupazionale: infatti più fondi vengono previsti per adeguare gli impianti, più posti di lavoro vengono creati. Sembra che adesso anche i lavoratori comincino a capire la necessità che l’industria non lesini sugli investimenti. Esprimiamo quindi vicinanza ai lavoratori, che da stamattina hanno indetto lo sciopero ad oltranza, affinché l’azienda disponga con estrema urgenza di tutti gli investimenti necessari, senza ricorrere più a ricatti, sotterfugi e strumentalizzazioni”.
Foti Rodrigo