Da quando l’emergenza Coronavirus ha iniziato a dominare la nostra società sono emersi problemi di varia natura – sanitaria, sociale, economica, gestionale – che è difficile fronteggiare. Per questo motivo numerose associazioni hanno avanzato delle proposte concrete su come affrontare la ripresa, ed in tale contesto l’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti, non è stato da meno.
La sua lettera aperta al Governo fornisce dei suggerimenti per probabili interventi su cinque settori in particolare: scuola ed educazione motoria, burocrazia, prevenzione e misure salvavita. Per il settore scolastico, la sua storica esperienza come docente lo induce a consigliare un approccio pedagogico che sfrutti le classi ridotte per fornire una formazione etica più approfondita: «La riapertura delle scuole a settembre prevederà, probabilmente, classi con numeri ridotti a circa quindici alunni. A prescindere dall’emergenza sanitaria, cogliamo l’opportunità per fare diventare stabile il ridimensionamento delle classi, portandolo ad un massimo di quindici alunni, in tal modo il beneficio sarebbe enorme sotto il profilo formativo ed educativo, reso più efficiente da un rapporto meno dispersivo fra docente e alunno». Formando i giovani attraverso i metodi pedagogici e neuroscientifici più recenti, a suo avviso, si plasmeranno le coscienze e le conoscenze, allontanando le nuove generazioni dalla criminalità organizzata.
Inoltre, sulla scia di altri paesi, Accorinti propone sin dalla scuola materna l’educazione motoria, sua materia d’insegnamento: «Sono note le ricadute di prevenzione sulla salute mentale e fisica, con beneficio anche per la socializzazione e la probabilità di continuità della pratica sportiva nell’orizzonte di vita. Tutto ciò, inoltre, a vantaggio di ingenti risparmi economici per il sistema sanitario». Un’idea valida, da replicare anche sui luoghi di lavoro.
In merito alla burocrazia l’ex sindaco sottolinea l’importanza di un’accelerazione delle pratiche, per evitare dannose restituzioni di fondi inutilizzati all’Unione Europea e la distruzione dell’economia. Propone, così, una semplificazione congiunta al «controllo sulla corruzione e le infiltrazioni mafiose, attraverso la creazione di un super gruppo di esperti che lavori a tempo pieno e indeterminato». Un tentativo di soluzione ad una delle maggiori piaghe del nostro paese.
In riferimento al dibattito Governo/Regioni sulle riaperture di aziende ed esercizi commerciali, sostiene: «È essenziale definire un protocollo operativo semplice, chiaro, da divulgare a tutti i cittadini, che spieghi in base a quali indicatori si riterrà attivato un eventuale nuovo focolaio (anche solo potenziale) e quale iniziativa di tutela dovranno essere immediatamente determinate». Tale programma implica una chiarezza che avrebbe un effetto responsabilizzante verso la popolazione.
Infine, l’ex primo cittadino suggerisce una maggiore attività di prevenzione in caso di intervento sanitario: «Tra le misure salvavita più urgenti sarebbe auspicabile introdurre l’obbligatorietà dell’istallazione dei defibrillatori in tutti i luoghi pubblici e privati, con due misure specifiche: sostegno all’acquisto dei dispositivi con detrazione fiscale al 65 -75%; e formazione obbligatoria sull’uso del dispositivo salvavita aperta a tutti i dipendenti pubblici e privati e agli studenti». Una soluzione affatto scontata, che potrebbe salvare molte vite umane.
Si tratta di spunti operativi che vanno oltre la specifica situazione presente, perché inseriti in un’ottica che trasformi i disagi correnti in riflessioni per investimenti futuri.
Cristina Trimarch