Il Sindaco Giovanni Formica, con propria determina, ha nominato nuovo Assessore comunale la dottoressa Marta Ginevra Schiavon, 26 anni, origini venete, che da circa un anno vive a Milazzo: a lei sono state assegnate le deleghe alla Trasparenza, alla Partecipazione, alle Pari Opportunità, alle Politiche giovanili e al Personale. Parte di quelle appartenevano all’attuale Assessore Pierpaolo Ruello che, nell’ottica della rimodulazione operata dal primo cittadino, mantiene il Turismo, cui si aggiungeranno però lo Sviluppo economico, lo Sportello unico delle Attività produttive commerciali, artigianali, fiere e mercati e mobilità. La nomina riporta nell’Esecutivo un’esponente del gentil sesso, garantendo così, come previsto dalla normativa, la rappresentanza di entrambi i generi. Questa mattina il neo Assessore ha prestato giuramento iniziando così la esta nuova esperienza. «Ho scelto di proporre alla dottoressa Schiavon la nomina ad Assessore, dopo averla vista all’opera e dopo avere letto il suo curriculum. – ha detto Formica – A dispetto della sua giovane età, ha già maturato una splendida esperienza professionale, in Italia e all’Estero, prestando attività per importantissimi brand nel settore dell’alta moda. Più di tutto, però, mi ha impressionato la sua generosità nei confronti della nostra comunità. Nonostante viva a Milazzo da poco tempo e, quindi, le sue relazioni sociali siano ancora assai limitate, non appena è esplosa l’emergenza coronavirus, si è presentata al Comune chiedendo di potere svolgere attività di volontariato in favore della nostra comunità. Da quel giorno non si è mai risparmiata: sempre presente, sempre disponibile. Ha gestito in piena autonomia e con grandissima efficienza una serie di servizi ed ha mantenuto i contatti con le persone, che quotidianamente inoltrano segnalazioni al comune. Un servizio prezioso prestato con un altruismo, che mi ha spinto a chiederle di continuare a darci una mano assumendo un ruolo ufficiale nell’amministrazione. Allo stesso tempo ho conferito all’assessore Ruello le deleghe allo sviluppo economico, nella consapevolezza che, non appena sarà terminata l’emergenza, bisognerà fare uno sforzo, insieme agli operatori economici, per agevolare la ripresa anche nel nostro comune». Anche per l’anno 2015, com’era avvenuto per il 2016, il Tar dà ragione al Comune e respinge il ricorso presentato da circa 3000 cittadini che chiedevano l’annullamento delle bollette rifiuti contestando la legittimità delle delibere del Consiglio Comunale adottate il 21 e 27 agosto 2015, la delibera di Giunta e la determina sindacale, entrambe del 30 settembre dello stesso anno relative al piano finanziario e la tariffa relativa al servizio di smaltimento dei rifiuti. Per i giudici (presidente Burzichelli, consiglieri Leggio e Spampinato) il ricorso è “inammissibile nel merito”, poiché le procedure seguite dall’Amministrazione sono corrette e in linea con quanto previsto dalle norme. I ricorrenti (Romagnolo Santi+ 2943 cittadini) assistiti dall’avv. Micaela Miceli, contestavano che era stata aggiunta una voce relativa ad agevolazioni al Piano tariffario a prevedere la copertura integrale di tutti i costi, la mancata distinzione fra i costi da attribuire alle utenze domestiche e a quelle non domestiche, la mancanza della relazione sui livelli e qualità del servizio e poi il vizio di incompetenza in quanto le tariffe dovevano essere approvate dal consiglio comunale. Il Comune mamertino, difeso dall’avv. Marcello Scurria, ha invece chiesto il rigetto osservando tra l’altro che “i ricorrenti hanno impugnato le delibere ben oltre il termine di decadenza decorrente dalla pubblicazione degli atti stessi all’albo pretorio del Comune; che avrebbero potuto impugnare gli avvisi di accertamento innanzi alla Commissione Tributaria; e ancora che il Consiglio ha approvato il Piano in ossequio alle disposizioni normative, ragioni che sono state sostanzialmente riconosciute dal TAR, che ha respinto il ricorso sostenendo che “i ricorrenti hanno denunciato l’inesistenza della relazione da allegare al Piano Finanziario, ma non risulta che essi abbiano mai chiesto di accedere a tale atto onde poter fornire prova della circostanza appena indicata”.
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese legali (2000 euro) e automaticamente anche al pagamento delle bollette Tari di quell’anno, che gli stessi avevano “congelato” in attesa dell’esito del ricorso. Solo una stringata dichiarazione del Sindaco Formica: “In questo momento di emergenza i cittadini stiano tranquilli sul pagamento del dovuto. Successivamente si procederà con la possibilità di far ricorso agli strumenti di dilazione previsti dal nostro regolamento”.
Foti Rodrigo