Caro Tito, ci sono sempre state, nel mondo, e ci sono ancora, moltiplicate, tante di quelle violenze contro i popoli e l’ambiente del nostro unico pianeta che dovremmo stare perennemente in piazza a protestare. Per noi stessi e per gli altri che versano in condizioni molto più gravi, pure sulla scia di fiumi di sangue.
O forse, invece della protesta, dovremmo cambiare in meglio i nostri comportamenti e il nostro modo di stare al mondo. Lo dovrebbero fare, sul serio e nel concreto, soprattutto coloro che dicono di avere un’etica evoluta, per convinzione personale, civile o religiosa. Invece, al di là delle esternazioni e delle passarelle, sotto sotto non c’è niente di utile affinché le violenze cessino o almeno diminuiscano e diminuiscano le troppe devastazioni ambientali, così troppe che non so come faccia a reggere la nostra Terra.
1 – SI AGGRAVA LA SITUAZIONE UMANA E AMBIENTALE
L’Amazzonia, nel nostro immaginario, sembrava intoccabile. Il “polmone del mondo” era sacro e non soltanto per gli indigeni che da sempre ci abitano (ormai decimati), ma anche per noi. Ci siamo illusi come tante altre volte, pensando che l’egoismo umano avesse un limite, un rispetto pure per sé stesso. Invece, Bolsonaro, antenati italiani e il attuale presidente del Brasile, ci dice che ha il dovere di nutrire il suo popolo (ma anche gli altri popoli, con le esportazioni) e che, quindi, ha bisogno di nuovi territori da fertilizzare. E questi nuovi territori li va a trovare ovviamente in Amazzonia, disboscando e prelevando risorse di cui è padrone e le altre nazioni non dovrebbero metterci il becco. Ed ha ragione! Fondamentalmente.
L’Amazzonia per lui è una risorsa. E noi altri non gli paghiamo nemmenoun centesimo per l’ossigeno che ci dà quella immensa foresta di alberi. Perché il resto del mondo non si impegna a piantare alberi e foreste là dove è possibile, persino tentando di arginare i deserti. Le nuove tecnologie lo consentirebbero. Perché, dunque, per la nostra ignavia dobbiamo sempre accusare gli altri popoli?…
Probabilmente ci sono speculatori nostrani dietri gli incendi che non devastano soltanto l’Amazzonia, ma anche le foreste dell’Africa, dell’Indonesia, dell’Australia e persino della Siberia. Ovunque c’è un incendio molto vasto, la colpa è quasi sempre degli speculatori. I quali, poveretti, lavorano per darci una vita più comoda. Quindi siamo degli ingrati. Ci lamentiamo, mentre invece i mandanti occulti siamo proprio noi!
2 – TROPPE GUERRE CONTEMPORANEAMENTE
Che ginepraio, caro Tito!… Ti assicuro che non se ne esce. Ed ha ragione Papa Francesco, il quale da anni afferma che quella attuale è una “la terza guerra mondiale a pezzettini”. E le guerre, adesso, non si combattono più soltanto con le armi convenzionali, quelle classiche con il botto. No, adesso per distruggere il pianeta basta un semplice fiammifero. Perché, quindi, fabbricare ed impiegare armi costosissime quando basta un cerino che vale meno di un semplice centesimo e può far danni come una bomba atomica?…
Ma, come al solito, facciamo i conti senza l’oste!… E i conti sono salati. Personalmente, ad esempio, non faccio un vero e buon bagno in mare (come ero abituato in giovinezza) da almeno 30 anni, tanto i mari (persino quelli che sembrano limpidi e cristallini) sono, in fondo in fondo, inquinati. Molto più di quanto osiamo immaginare. E, addirittura in montagna, sento che l’aria non è più quella di qualche decennio fa. E la frutta?… Sarebbe meglio non parlarne. Invece, è meglio parlarne, e a voce alta!
A voce alta, come, ad esempio, ha fatto recentemente il settimanale L’Espresso che per quanto scandalistico possa essere qualche buona verità la dice. Infatti nel fascicolo del 13 settembre 2019 ha dimostrato come e quanto la nostra frutta (proprio quella che arriva nella tavola mia, tua e di tanta altra gente) sia inquinata ed artefatta da troppa chimica. Cose che aveva già detto e dimostrato la trasmissione di Rai Tre Report tempo fa. E sicuramente qualche altro “network” che tiene alla nostra salute.
Infatti, la scorsa estate, non mi spiegavo come mai le angurie (i meloni rossi) fossero senza il tradizionale sapore ma sapessero soltanto di chimica, come altri diffusi tipi di frutta. Lo scorso anno erano sicuramente migliori, nonostante non eguagliassero già da tempo l’epico sapore degli scorsi decenni. Eh già! L’Espresso ci spiega che, adesso, gli agricoltori, dietro le pressioni del Mercato (che siamo Noi), adottano persino dei composti chimici che fanno maturare (si fa per dire) la frutta addirittura dalla sera alla mattina!
Pure questa alimentare è una “guerra” visto e considerato che, con i tumori derivati da questi inquinamenti chimici assai nocivi, molti di noi (toccando ferro) moriranno prematuramente, con ampio dispendio di denaro, sofferenze e lutti. E quanti di noi si congedano prima da questa vita per la schifosa qualità dell’aria nelle città o in aree non adeguatamente controllate dai responsabili della salute pubblica?
Insomma, ci stiamo facendo male da soli e ancora non prendiamo provvedimenti. Seri. Serissimi. Salvifici. Le proiezioni da qui a qualche futuro decennio sono allarmanti in troppi settori umani, sociali e ambientali. E noi che facciamo? Continuiamo a sollazzarci con le banalità televisive e telefoniche. Abbocchiamo nel gioco di chi ci vuole distrarre da problemi fondamentali per la nostra sicurezza. Perdiamo tempo preziosissimo e remiamo contro noi stessi.
Se ci pensi, caro Tito! Quante risorse economiche e quanti cervelli vengono sprecati, mentre, invece, potrebbero essere utilizzati per arginare tutte le nocività di qualsiasi genere che metteno in pericolo la nostra vita! A chi giova tutto questo sfacelo?
3 – SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DI GUERRA E A CHI PROTESTA PER I DIRITTI INALIENABILI
Caro Tito, penso che il messaggio, nudo e crudo, di questa lettera n. 263 sia già giunto. Almeno per chi vuole intendere. Si diceva una volta “Intelligentibuspauca” (agli intelligenti, a chi vuol capire, poche parole bastano) oppure “A buon intenditor poche parole bastano”.
E’ arrivato il momento solenne (in verità, il momento era già arrivato molti decenni fa e, nel mio piccolo, ho sempre cercato di segnalarlo ed allertarlo con i miei scritti) in cui ognuno di noi dovrebbe (deve) rinunciare a qualcosa di superfluo per cercare di contribuire a riequilibrare il mondo e consegnare alle generazioni future (specialmente alle nostre, di famiglia) una società più giusta ed un ambiente più salutare, pulito e decoroso. Uno dei primissimi interventi dovrebbe essere quello demografico, su scala intercontinentale, altrimenti ci azzanneremo gli uni con gli altri. Non ascoltate quelli che sono contrari alla contraccezione e alla genitorialità responsabile e lungimirante! Parlano ma non pagano di tasca propria!
E un’altra preoccupazione, che dilania l’anima, mi deriva dalle troppe guerre in atto (non che una sia comunque ammissibile). E mi dispiace proprio assai per tutti i popoli che ne sono coinvolti e soffrono atrocemente. Specialmente per i milioni di profughi e di migranti che sono le prime vittime. Ma, in particolare, sono molto addolorato per il popolo curdo in lotta da sempre contro coloro che vogliono negargli la dignità di uno Stato e, quindi, dell’indipendenza e della libertà. Un popolo che, persino ripetutamente tradito dai tanti alleati che si sono succeduti negli ultimi decenni, ha diritto all’autodeterminazione. Come altri popoli che hanno conquistato la loro sovranità.
Non ho sonno per la questione palestinese dal giugno 1967, dalla guerra dei 6 giorni, quando ne ho presa piena coscienza. Possibile che non si trovi un modo perché due popoli (entrambi da noi tanto amati) possano stare vicini e in pace?… Non esiste, nelle tante intelligenze in corso d’opera, una possibile soluzione? Non posso credere che nella terra delle tre religioni monoteiste, la fede, prima di tutto, e la plurimillenaria saggezza biblica, evangelica e coranica non riescano a trovare almeno un logico compromesso di pace se non proprio di fratellanza come dovrebbe essere! E’ un fallimento su tutta la linea, allora! Che esempio possono dare al mondo queste tre religioni che pretendono di avere il monopolio della verità e dell’amore?
Come nel 1989 per le proteste di Piazza Tien An Men a Pechino (ricordi il simbolo dell’uomo da solo davanti ad una fila di minacciosi carri armati?) sono vicino a tutti coloro che in Hong Kong (territorio passato da qualche decennio dalla Gran Bretagna alla Cina) protestano da mesi e rivendicano libertà e democrazia.
4 – VICINANZA ALLE SOFFERENZE SILENZIOSE
Ma, a parte queste lotte e sofferenze visibili, ci sono tante di quelle sofferenze nascoste e silenziose, non rilevate dai radar e dai riflettori dei mass-media, che non basterebbero le lacrime della Madonna Addolorata per poterle lenire. E, a volte, caro Tito, mi chiedo: “Ha motivo di esistere un mondo così?”. Eppure, nonostante tutti i devastanti drammi e le immani tragedie, la Natura trova sempre il modo di rispuntare fino alla prossima distruzione. Ma quando finirà questo braccio di ferro tra il bene ed il male?…
Una risposta ci sarebbe. Finirà con l’impegno di tutti, tutti rappresentando nel concreto il bene. Ma, mi definiresti utopico, fantasioso e velleitario. Preferisco essere definito sognatore. Preferisco essere deriso piuttosto che complice.
5 – SALUTISSIMI
Caro Tito, la nostra generazione, corna facendo, ha comunque un’età da “viale del tramonto”. E’ stata, tutto sommato, una generazione abbastanza fortunata (almeno rispetto a quelle passate), principalmente perché siamo nati dopo la seconda guerra mondiale ed abbiamo vissuto in pace (almeno senza guerre e comunque senza essere sempre in pericolo di vita come adesso in troppi Paesi nel mondo). La situazione alimentare è andata via via migliorando fino ad avere cibo abbondante, anzi, a volte, eccessivo. La giornata dell’obesità (altra situazione da affrontare bene) è appena stata “celebrata” come utile pro-memoria.
e avessi fede in un qualche Dio starei tutto il giorno a pregare, sperando nel Suo ascolto e nel Suo intervento pacificatore e risolutore. Ma, poiché resto un agnostico possibilista, non mi resta che esprimere tutta la mia solidarietà alle moltitudini e ad interi popoli massacrati dai tiranni, ma anche dal nostro disinteresse pratico.
Mi riconosco, onestamente e con vergogna, un po’ di viltà per non poter fare di più (nel mio piccolissimo cerco di fare comunque cose concrete ed efficaci). Mi riconosco però, tutto sommato e molto umilmente, la mia parte di colpa. Ognuno di noi potrebbe fare, volendo, un po’ di più. Tuttavia, non manca da sempre la mia allerta e la mia protesta individuale che, a volte, ho fatto diventare pure eclatante, comunitaria e sociale. Ma, per stare un po’ più tranquillo con la coscienza, dovrei stare in piazza almeno più spesso. O vendere tutta la mia biblioteca (ho solo questa) per darne il ricavato alle emergenze. Probabilmente un giorno lo farò. E, se dovessi rinascere, mi cimenterei in prima persona. Senza altri ideali che questo.
Dovremmo, davvero, stare tutti i giorni in piazza oppure avere una coscienza ed una forza d’animo tali da farci sentire nel concreto inibendo i Mercati che comandano e gestiscono le guerre e le altre tragedie per averne lucro. Il sangue dei popoli rende bene, vero John?! Eh sì, rende molto più del petrolio e più del petrolio se ne versa in giro per il mondo, vero Mohammed, vero David, vero Domingo?… Ma non c’è un modo per far sparire tutti questi Drakula mondiali, ehi Haruki, ehi Li Wang, ehi Franz, ehi Michel, ehi Boris!?… Uomini di buona volontà di tutto il mondo unitevi!
Alla prossima lettera n. 264, speriamo! Abbracci e tanta cordialità speranzosa! Ciao,
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it) Azzurro Infinito, venerdì 11 ottobre 2019 ore 04,25 (le foto sono tutte prese dal web)