Ottimo inizio per la manifestazione culturale cittadina che da ormai tre anni si ripete nel mese settembre, consentendo l’accesso a siti e beni culturali attraverso weekend ricchi di visite guidate atte a narrarne la storia. Oltre 14.000 i partecipanti della scorsa edizione, e se ne auspicano altrettanti per la stagione appena iniziata. Quest’anno l’iniziativa ha avuto inizio venerdì 13, con il consueto coinvolgimento di cittadini e turisti che sono accorsi per le aperture mattutine e pomeridiane di luoghi noti e meno noti di Messina, da ammirare per la prima volta o di cui approfondire la conoscenza.
Ventisei le mete culturali aderenti al progetto: dallo storico Castel Gonzaga all’Antiquarium di Palazzo Zanca, dal Sacrario di Cristo Re alla splendida Villa Cianciafara, dal Circolo della Borsa – Villa Rodriguez alle vecchie carceri di Rocca Guelfonia, da Villa De Pasquale al monastero di San Placido Calonerò, dalla caratteristica chiesa dei Catalani al Forte San Salvatore che accoglie la Madonnina del Porto. Monumenti storici, ville liberty, edifici di culto e molto altro. Rispetto al 2018 vi sono meno chiese (esattamente nove), ma un maggior numero di musei ed aree archeologiche (otto e due rispettivamente), nonché l’inedita apertura della chiesa medievale di San Tommaso il Vecchio, che mostra l’antico livello stradale ed è stata a lungo adoperata come forno. Cinque le ville ed i palazzi eccezionalmente aperti per l’occasione, specialmente determinate ville private che hanno forgiato la storia della città, alcune delle quali saranno accessibili su apposita prenotazione.
Collezioni d’arte come la Gamm (Galleria d’arte moderna provinciale che accoglie opere di Guttuso e Fontana), oppure il Museo del Novecento (ex rifugio antiaereo che rievoca il periodo bellico), affiancheranno il MuMe tra i musei disponibili. In particolare, il Museo Regionale di Messina sarà aperto eccezionalmente per un solo giorno, sabato 28 settembre dalle ore 10 alle 18, mostrando tra l’altro i due preziosi Caravaggio e i due importanti Antonello che sono ivi custoditi.
Tra gli eventi previsti, gli interessanti percorsi tematici lungo le vie della città: domenica 15 è stata organizzata la passeggiata mattutina “Sulle orme del mito”, alla scoperta della mitologia messinese mediante specifici monumenti del centro storico.
Partendo dalla celebre Fontana del Nettuno, che accoglie tra i suoi elementi principali i leggendari mostri marini dello Stretto, Scilla e Cariddi, si è poi osservato il complesso scultoreo di Saturno presso il Teatro Vittorio Emanuele, proseguendo col tempio di Nettuno inserito nella chiesa dei Catalani, per infine concludere con la Fontana di Orione a Piazza Duomo e conoscere il mitico gigante fondatore di Messana.
Le prossime passeggiate saranno “Sulle orme del sacro” domenica 22 settembre e “Antica Via del Dromo” sabato 28 settembre, atte a riscoprire le origini religiose e storiche della città: la prima passeggiata esaminerà il culto mariano e cattolico partendo dalla Passeggiata a mare dinnanzi alla Madonnina del Porto, si proseguirà sul posto del martirio di San Placido, poi nel pozzo di Sant’Antonio da Padova nei pressi della chiesa di San Francesco all’Immacolata, a seguire nel monastero di Montevergine che custodisce le reliquie di sant’Eustochia, dopodiché si ammirerà il monumento a papa Giovanni Paolo II, sino a giungere al Santuario del Carmine; la seconda passeggiata si snoderà tra le antiche fabbriche di agrumi ed i palazzi signorili della zona sud, situati esattamente a Contesse e Pistunina, rievocando l’antica Via del Dromo (da dromos, veloce) che congiungeva la città con Catania. Quest’ultimo percorso è il primo progetto sostenibile ideato per la riqualificazione culturale delle periferie, il cosiddetto itinerario cicloturistico dello Ionio Circolo Arci.
Dunque, l’esplorazione delle risorse del territorio peloritano continuerà ad animare i prossimi finesettimana sino a domenica 29 settembre. É un’occasione da non perdere, per comprendere meglio la propria storia ed approfondire il significato dei principali simboli della città.
Cristina Trimarchi