«Una spina nella carne», interpretato dalla straordinaria Francesca Ritrovato con le musiche dal vivo di Fabio Macagnino, è una storia come tante di un Sud malato dove le donne a volte erano costrette al manicomio per malcostume e dicerie legate alle loro fughe d’amore. La storia di Leonilde è una storia tra tante per raccontare scorci di una Italia malata del Novecento che ancora oggi non trova purificazione d’animo.
“La presenza dell’ospedale psichiatrico e dei suoi ospiti, nel paese dove sono nata, cresciuta e dove vive la mia famiglia, è un fatto naturale prima che storico e sociale. Come può essere la Scuola con i suoi bambini, la Chiesa con i suoi fedeli, la piazza con i suoi avventori, il cimitero con i suoi morti.
“Ho capito dopo che il teatro poteva incarnare uno dei pochi luoghi, oggi intenderei l’unico, dove è possibile dire la verità. Le verità che il teatro prende così a rivelare sono le piccole e povere storie delle persone sepolte vive nel manicomio…”. Sono queste, parole di Peppe Dall’Acqua, psichiatra basagliano. Ed è a queste parole che ho pensato quando, facendo ricerca nell’Archivio dell’Ospedale Psichiatrico di Girifalco, ho trovato la vita di gente dei miei luoghi. Individui che, in numerosi casi, nulla avevano a che fare con la psichiatria.
Nello spettacolo racconto di alcuni di loro, con l’anima rivolta ai luoghi che m’appartengono. Racconto del mio viaggio, del mio cercare, tra solitudini e speranza, tra me e l’altro, tra l’andare e il tornare. Tornare al passato per leggere meglio il presente. Tornare nei luoghi dai quali sempre mi allontano e dove sempre ritorno con “una spina nella carne”.