Messina – In risposta all’appello del presidente dell’Arcigay di Messina sento il bisogno di esprimere condivisione al documento approvato dall’assemblea nazionale del mio partito oggetto di contestazioni da parte dell’Arcigay. E’ una mia personale posizione ma credo che l’assemblea nazionale sia rappresentativa anche del PD di Messina posto che non abbiamo ricevuto contestazioni di iscritti o dirigenti tranne quelle dell’arcigay. Il partito democratico di Messina è pronto ad organizzare un’assemblea pubblica e accogliere l’invito dell’arcigay al confronto. Il tema del riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali è questione troppo importante e pertanto a mio giudizio occorre tirarla fuori da strumentalizzazioni e da forme propagandistiche che hanno caratterizzato le dichiarazioni di alcuni partiti e movimenti.

Sgombriamo il campo da pregiudizi e riconosciamo alle diverse opinioni pari dignità purché esse siano espresse civilmente e nel rispetto delle opinioni altrui. Il PD è il principale partito italiano e la rappresentanza plurale di valori che sintetizza al proprio interno rappresenta una forza più che una debolezza. Infatti tutti i processi riformatori compresi quelli che riguardano i diritti civili devono necessariamente approdare in parlamento e lì trovare un riconoscimento attraverso il confronto democratico e la votazione finale.

Ecco perché il PD al proprio interno ha consumato parte del confronto che sicuramente interesserà il parlamento e per queste ragioni noi siamo convinti che la questione dei diritti delle coppie gay non possa essere liquidata in uno scontro acuito dal radicalizzarsi delle posizioni del tipo: “matrimonio gay prendere o lasciare”.

Ricordo che l’Italia è il paese in cui il parlamento non è riuscito ad approvare una legge sui patti civili di solidarietà in un moneto in cui il centrosinistra poteva essere l’unica maggioranza ad assicurare il buon esito della riforma. Ebbene, credo che oggi i tempi siano maturi in Italia affinchè si possa estendere diritti ai conviventi indipendentemente dal loro sesso. Il riconoscimento pubblicistico dell’affettività delle coppie gay attraverso l’attribuzione di diritti e tutele che si fondano sul presupposto della solidarietà e comunanza di vita tra persone è oggi a mio avviso segno di civiltà.

Nel documento approvato dalla stragrande maggioranza dell’assemblea nazionale del PD si conferma dunque la volontà di riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso ed estendere loro diritti e tutele e nel confermare ciò si richiama un necessario equilibrio tra i principi espressi dalla nostra Costituzione agli art. 2, 3 e 29. L’art 2 riconosce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, l’art. 3 sancisce il principio di uguaglianza formale e sostanziale ove ciò vuol significare che la Repubblica pone in essere tutte le azioni finalizzate a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Infine l’art. 29 riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. All’interno del necessario equilibrio tra i fondamentali principi sopra esposti credo che il PD abbia dato prova di grande attenzione nel riconoscimento di diritti alle coppie di fatto. Ho l’impressione che l’arcigay sia caduta in assoluta buona fede nella trappola di coloro che strumentalizzano e rendono temi così importanti oggetto di propaganda.

Ci auguriamo che il confronto possa continuare affermando sempre il dialogo tra posizioni diverse come l’unica strada per la crescita e lo sviluppo civile del nostro Paese.

Un passaggio saliente del documento sui diritti approvato dall’Assemblea Nazionale del PD.

Nella società contemporanea le dinamiche sociali ed economiche, da un lato, e, dall’altro, le libere scelte affettive e le assunzioni di solidarietà hanno dato vita a una pluralità di forme di convivenza, che svolgono una funzione importante nella realizzazione delle persone e nella creazione di un più forte tessuto di rapporti sociali. Per questo esse appaiono meritevoli di riconoscimento e tutela sulla base di alcuni principi fondamentali. Da un lato, nel principio della centralità del soggetto rispetto alle sue relazioni, così da riconoscere sia i diritti di ogni persona a dare vita liberamente a formazioni sociali, sia i diritti di ciascuno entro le diverse formazioni sociali. Dall’altro, nel principio del legittimo pluralismo, che implica il riconoscimento dei diritti e dei doveri che nascono nelle diverse formazioni sociali in cui può articolarsi la vita personale affettiva e di coppia. Tale riconoscimento dovrà avvenire secondo tecniche e modalità rispettose, da un lato, della posizione costituzionalmente rilevante della famiglia fondata sul matrimonio ai sensi dell’art. 29 Cost. e della giurisprudenza costituzionale che anche recentemente ne ha dato applicazione, dall’altro, dei diritti di ogni persona a realizzarsi all’interno delle formazioni sociali, che si declinano oggi in un orizzonte pluralistico secondo quanto espresso dalla Corte Costituzionale: «per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri» (138/2010). Il PD, auspicando un più approfondito bilanciamento tra i principi degli articoli 2, 3, e 29 della Costituzione, quanto in specie alle libere scelte compiute da ciascuna persona in relazione alla vita di coppia ed alla partecipazione alla stessa, opera dunque per l’adeguamento della disciplina giuridica all’effettiva sostanza dell’evoluzione sociale, anche introducendo, entro i vincoli della Costituzione e per il libero sviluppo della personalità di cui all’art. 2, speciali forme di garanzia per i diritti e i doveri che sorgono dai legami differenti da quelli matrimoniali, ivi comprese le unioni omosessuali”.

 Il Segretario Cittadino del PD – Giuseppe Grioli

 

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