A Lumache, in Calabria Ultra, si tengono le elezioni comunali di fine millennio. L’Architetto, un brillante e carismatico outsider progressista di sinistra, promette anche l’impossibile nei suoi occulti giri serali casa per casa, stringendo alleanze ai limiti del proibito per battere i suoi avversari e conquistare l’ambita poltrona di primo cittadino.
Attorno e dietro di lui, in un tragicomico megaminimondo umettato dal mar Jonio, ruota una girandola di personaggi, tra i quali: l’ermetico don Ciccio Masiero, ciabattino e capo Società vecchio stampo; la veemente avvocatessa Ferrari, aspirante vicesindaco che non si fa scrupoli a strappargli notti infuocate; il panzuto barbone Canigghia, avvolto da una nauseabonda nube tossica quanto misteriosa; il cocciuto brigadiere Aiello, rriggitanu ‘nto sangu e insofferente alle regole, a cui non piace lasciare insoluti gli enigmi; la ricca e prosperosa nobilotta donna Luciana, mecenate indomita con un debole particolare per i giovani talenti; l’iracondo don Pepè, gestore del caffè del Corso e inguaribile fascistone, ossessionato da un segreto desiderio di vendetta; la conturbante tabaccaia Daniela, rimasta immaturamente vedova, perseguitata da un anonimo e fantasioso ammiratore.
All’Architetto non mancano però le spine nei fianchi: Antonio Maresca, un giovane giornalista che non perde occasione per discreditarlo sul giornale locale “La Frontiera”; il gaudente avvocato Gnisci, suo rivale politico, che insieme con il fantomatico e senza scrupoli dottor Hics tramano ai suoi danni, protetti da un’oscurità “illuminata”.
Ma a dominare la scena di Lumache sono le vave: quelle bave biancastre e appiccicose che si formano ai lati della bocca di chi apre la gargia per vantare e lodare se stesso, o per rosicamento, invidia, malignità. Fatte della stessa materia nebulosa dei sogni, le vave rappresentano l’inossidabile falsità nascosta in un qualsiasi concentrato umano di carne e spirito, e ne sintetizzano il tanto vero quanto bugiardo genius loci. E dunque, benvenuti a Lumache: il paese delle vave.
Anton.francesco Milicia: Laureato in Architettura ed esperto forense. Ha pubblicato nel 2014 Contrada delle case vecchie (Booksprint), nel 2015 Il doppio (Youcanprint), nel 2016 Hic sunt leones (Le mezzelane). Ha ricevuto importanti riconoscimenti e premi in concorsi nazionali con i suoi racconti e le sue poesie. Il suo genere preferito è il noir mediterraneo.
Antonio Tassone: Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista. Dirige la testata giornalistica “L’Eco di Siderno”. Presidente dell’associazione culturale “L’Eco di Siderno” che organizza da 15 anni il premio di poesia in vernacolo intitolato al poeta sidernese Giomo Trichilo. Conduttore televisivo di programmi sportivi e di approfondimento. Nel 2011 ha ricevuto il premio “Pericle” per il giornalismo. “Lumache” è il suo primo romanzo.
Dialogano con gli Autori la giornalista Maria Teresa D’Agostino e Domenico Calabria, del Caffè Letterario Mario La Cava. Appuntamento domenica 24 febbraio 2019 alle ore 18,00 al Caffè Letterario Mario La Cava, in Corso Umberto I, 114 – Bovalino (RC). Per maggiori informazioni: Tel. 347.6912472, info@mariolacava.it