Nota dell’Associazione Culturale Scholé – Centro Studi Filosofici di Roccella Jonica: <<Il bilancio più che positivo dell’iniziativa solidale di sabato scorso e le riflessioni del Moro contro l’autoctonia e la proprietà privata, per una società libera e ospitale.
Oltre sessanta persone tra soci e amici di Scholé hanno partecipato alla serata solidale di sabato scorso a sostegno del progetto di ospitalità di Riace. Il ricavato della cena è stato donato alla campagna di raccolta fondi lanciata da Recosol: «un atto concreto che ci mette dalla parte della civiltà, contro la barbarie. Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e continuano a crederci» – così afferma il coordinamento di Scholé.
Il momento social-culinario è stato preceduto dalla riflessione su “Coloro che arrivano”, animata da Fortunato Maria Cacciatore (Unical). È stata l’occasione per discutere con categorie più ampie della chiacchiera quotidiana sui temi dell’ospitalità, dei migranti e della costruzione politica del nemico. Tanti luoghi comuni e crampi mentali sono stati liquidati come neve al sole, ma è ovvio che tanto è il lavoro da fare per la costruzione di una società libera e ospitale. Magari traendo forza e speranza dalle tante figure di donne migranti, come quella che per l’occasione ha cantato Fabio Macagnino con la bellissima ninnananna “Siricu”.
Cacciatore ha usato Karl Marx, piazzandolo al fianco di Riace: «la sua riflessione sull’uso delle terre, a cominciare dal lavoro dei braccianti, è una critica feroce dei miti dell’autoctonia e della proprietà privata che, com’è noto, escludono e criminalizzano colui che non abita i nostri stessi luoghi e non appartiene alla nostra comunità». Ne è seguito un lungo dibattito, durante il quale sono emerse storie di ordinario razzismo ma anche altri esempi di accoglienza umanamente proficua come quella di Camini. La discussione si è conclusa con un auspicio: anziché sfasciare il sistema Sprar, perché non imporre per legge ai sindaci di ospitare i migranti, soprattutto nelle aree interne, così da ridare vita a tutti noi, migranti e stanziali?>>