La delibera approvata dalla Giunta regionale il 10 agosto scorso non dirotta i fondi ad istituzioni private ma, anzi, è stata assunta proprio per renderli immediatamente spendibili attraverso la variazione di bilancio “spese per interventi volti alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della ndrangheta e per la promozione della legalità”.
Infatti, nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dal legislatore, la Giunta regionale, in ossequio alla normativa contabile vigente, che richiede la declinazione di ogni spesa in relazione al piano dei conti e, quindi, anche alla tipologia dei beneficiari della stessa (D.lgs 118/2011), ha effettuato una variazione di bilancio in base alla quale sono stati allocati sul capitolo di spesa denominato “Spese per interventi volti alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della ndrangheta e per la promozione della legalità , dell’economia responsabile e della trasparenza (legge regionale 26 aprile 2018, n. 9) – trasferimenti correnti a istituzioni sociali private”, le somme all’uopo destinate dalla legge regionale in argomento (euro 225.000,00), al fine proprio di garantire l’impegno e la liquidazione delle somme stanziate dalla legge in favore dei beneficiari identificati dalla legge medesima.
Naturalmente la variazione di bilancio ha riguardato anche le altre voci di spesa previste dalla legge quali i trasferimenti correnti ad amministrazioni locali (156.000,00 euro nel triennio), contributi alle imprese (200.000,00 euro) e ad altri servizi (5.500 euro per l’acquisto dei marchi).
La delibera in questione è stata approvata dall’Esecutivo su proposta dell’assessore al bilancio Mariateresa Fragomeni e già in quell’occasione il presidente della Regione Mario Oliverio rilevava l’importanza del contributo stanziato “atto a favorire non solo il contrasto al fenomeno della ‘ndrangheta ma soprattutto per avviare azioni di prevenzione della corruzione che ha rappresentato un freno per l’economia e per la democrazia della Calabria e di tutta la Nazione. La ‘ndrangheta in Calabria – dichiarava il presidente Oliverio – è un ostacolo per lo sviluppo e ha contribuito a dare nel mondo un’immagine fortemente negativa rendendola poco attrattiva per gli investitori. Per questo, tenendo conto di quando dispone la legge regionale n. 9/2018, dobbiamo impegnarci tutti per mettere in campo strumenti volti a rafforzare la cultura della legalità, della solidarietà e dell’etica della responsabilità a tutela della collettività”.
Pertanto, entrando nello specifico della normativa, si rileva che all’articolo 12, comma 1, della legge regionale n. 9 del 26 aprile 2018, viene testualmente previsto che “la Regione Calabria…, previo avviso pubblico, eroga contributi in favore di associazioni economiche sociali, fondazioni antiusura e antiracket presenti nel territorio regionale…”.
Anche nella relazione che correda la proposta normativa, consultabile sul sito del Consiglio Regionale, a pag 7, in merito al riepilogo della tipologia di oneri, quantificati in euro 225.000,00 generati dalle attività indicate all’art.12, si precisa che “La Regione, al fine di prevenire il ricorso all’usura o di incentivare la presentazione della denuncia, supporta tramite contributi alle associazioni ed istituzioni, per la realizzazione di attività di formazione e di informazioni sul tema dell’usura e il sostegno alle vittime”, e ancora a pag. 20, in relazione all’indicazione dettagliata degli oneri connessi al comma 1 dell’art.12, il proponente della legge specifica che “…I progetti saranno realizzati mediante avviso pubblico rivolto alle associazioni non profit che per statuto realizzano le finalità del presente articolo e, nello specifico, alle associazioni e fondazioni operanti sul territorio regionale e iscritte nell’apposito elenco del Ministero dell’economia e delle finanze ai sensi dell’art.15, comma 4, della legge 7 marzo 1996, n.108”.