SCALETTA ZANCLEA (ME) – Ritrovata dai pescatori sulla costa la carcassa di uno squalo lungo due metri. Le autorita’ portuali hanno avviato le ricerche in mare di altri possibili esemplari La temuta pinna di uno squalo era stata avvistata ad un miglio dalla costa martedì 3 luglio a largo di Santa Tecla, frazione di Acireale (CT) da alcuni ragazzi a bordo di una piccola imbarcazione. La notizia è stata confermata alle 08.00 di questa mattina dal ritrovamento da parte di alcuni pescatori di Scaletta Zanclea, nel messinese, della carcassa di uno squalo spiaggiato.
Un esemplare di circa due metri giaceva senza vita a riva e tutt’intorno all’animale, come dimostrano le numerose foto scattate con i cellulari e diffuse su web, si è radunata una folla di curiosi spaventati all’idea che quello che si trovavano d’avanti non fosse l’unico esemplare a nuotare in queste acque.
Secondo i pescatori del luogo non è improbabile che ve ne siano altri. Infatti, gli squali di queste dimensioni non sono affatto rari in questo specchio di mare.
Tuttavia l’inquietante scoperta ha spinto le autorita’ portuali ad avviare le ricerche in mare. Principalmente si dovrà determinare se l’esemplare ritrovato ieri, morto, a Scaletta Zanclea, sia quello avvistato a largo di Acireale pochi giorni prima.
Tra i bagnanti è «allarme squalo» ma è risaputo che questa specie non attacca l’Uomo. Benché i film degli anni ’70 abbiano descritto questo grande predatore come una creatura sanguinaria, un’implacabile macchina della morte, in realtà, lo squalo non ha mai inserito volontariamente l’Uomo nella sua dieta.
Statisticamente è più probabile morire per la puntura di un’ape che per il morso di uno squalo e non solo perché con questo insetto gli incontri ravvicinati sono decisamente più comuni, quanto perché a parità di rischio, un’ape è forse meno potente ma più aggressiva.
Quando accade di trovare la carcassa di uno squalo si mostra molta incredulità ma ogni giorno il Mediterraneo ospita 45 specie di squali di cui alcune commestibili e gradite sulle nostre tavole come in quelle orientali. Di queste 15 possono raggiungere anche 3 metri di lunghezza e solo 14 possono definirsi potenzialmente pericolose per l’Uomo, tra cui: lo Squalo Bianco. Nei nostri mari nuota inoltre lo Squalo Elefante che di media raggiunge i 9/10 metri di lunghezza e si nutre esclusivamente di plancton. La frequenza con cui vengono avvistati tanti squali bianchi sulle nostre coste è dovuta al fatto che il Canale di Sicilia è un luogo dalle provate caratteristiche favorevoli per la loro riproduzione.
Nonostante questo, l’incontro con uno squalo bianco è rarissimo e non solo per la riservatezza di questo animale quanto perchè si tratta di una specie a rischio d’estinzione.
Tuttavia meglio prendere atto di alcune precauzioni:
– restare sempre in gruppo è un buon modo per evitare l’interessamento da parte di uno squalo, anche se affamato preferisce sempre attaccare una preda singola;
– evitare di entrare in acqua di notte o all’imbrunire, quando gli squali sono più attivi;
– non entrare in acqua se si hanno ferite aperte o si ha il ciclo, l’olfatto degli squali è molto sviluppato;
– è sconsigliato entrare in acqua con gioielli, il riflesso ricorda molto le squame dei pesci;
– evitare acque con fogne o immondizia, e quelle usate per la pesca sportiva o commerciale, specialmente se sono presenti esche o sono state pasturate. La presenza di uccelli marini e’ indicativa di queste zone;
– gli avvistamenti dei delfini non indicano l’assenza di squali: spesso si trovano a mangiare nelle stesse zone lo stesso cibo;
– usare molta cautela quando le acque sono torbide ed evitare di indossare abbigliamento troppo colorato: gli squali vedono i contrasti particolarmente bene;
– trattenersi da gesti troppo bruschi e non cedere al nervosismo per evitare movimenti scoordinati;
– porre cautela in acqua nelle vicinanze dei litorali sabbiosi e rive scoscese, sono tra i luoghi preferiti dagli squali;
– non entrare in acqua se e’ nota la presenza di squali, ed uscite immediatamente se ne avvistano uno. E naturalmente, se ne vedete uno, non infastiditelo.
Fonte: lavika.it – Rossana Russo