Nota diffusa dal coordinamento politico “Roccella Bene Comune”: <<Nel 1998 attraverso l’art. 7 del Decreto Legislativo n. 468/1997, il Ministero del Lavoro ha previsto i progetti di lavoro socialmente utile e di pubblica utilità per sostenere persone disoccupate e prive di trattamento previdenziale a carico del Fondo Sociale Occupazione e Formazione, con delega all’INPS di corrispondere un assegno mensile; lavoratori che sono stati impegnati negli vari Enti pubblici (Comuni) nell’esercizio dei più svariati lavori.
L’amministrazione comunale di Roccella Jonica dell’epoca ha colto questa opportunità dando la possibilità a circa 50 giovani disoccupati di entrare nel mondo del lavoro andando ad occupare ruoli essenziali per la realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva del nostro paese.
Lo svolgimento del lavoro socialmente utile e di pubblica utilità, per 18 anni, non ha comportato l’instaurazione di un rapporto di lavoro e non ha determinato la cancellazione dalle liste di mobilità, quindi i lavoratori sono stati per tutti questi anni dei precari percependo l’assegno da parte dell’INPS ma senza copertura contributiva e assicurativa.
Nel 2015 grazie al Decreto interministeriale dell’8 ottobre 2014, in base a quanto previsto dall’art. 1, comma 207 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147, si è iniziato un percorso finalizzato all’obiettivo del superamento del precariato nelle Pubbliche Amministrazioni con la stipula di un nuovo contratto a tempo determinato (1 anno) e soprattutto con l’obiettivo che la Regione Calabria, in accordo con gli Enti Locali, predisponga un piano di stabilizzazione attraverso contratti a tempo indeterminato per tutti i lavoratori.
Questo processo, ancora non definito e tutt’altro che concluso, riceve una proroga anche per il 2018 con un cofinanziamento statale di 50 milioni di euro finalizzati a contrattualizzare ancora per un anno tutti gli ex lsu/lpu.
In data 29 dicembre 2017 il Comune di Roccella Jonica faceva firmare a tutti i lavoratori la proroga di contratto aggiungendo però un’appendice con delle precise clausole e restrizioni tra cui quella che prevede: “il pagamento delle retribuzioni solo dopo l’effettivo incasso delle somme gravanti sul bilancio statale e regionale”.
In sostanza ai lavoratori è stata formulata la proposta, senza possibilità di alternative che non fossero la mancata stipula, di firmare un contratto che prevede la subordinazione dell’efficacia dell’obbligazione del pagamento delle loro spettanze alla condizione dell’erogazione al Comune delle somme regionali e statali stanziate, con evidenti profili di violazione del principio di irriducibilità della retribuzione, vigente in materia di diritto del lavoro.
Insomma una enorme penalizzazione per tutti i lavoratori che in attesa dei conferimenti delle risorse dalla Regione al Comune sono costretti a rimanere senza retribuzione. Ed è cosi che i circa 40 lavoratori del nostro Comune non ricevono la retribuzione da ben 3 mesi.
Orbene, la nostra Costituzione all’art. 36, primo comma, espressamente prevede che: “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a se ed alla famiglia una esistenza libera e dignitosa”.
Riteniamo inaccettabile che un Comune come Roccella Jonica, che dichiara di avere bilanci virtuosi e una solida stabilità contabile, nella certezza dell’imminenza dei versamenti regionali, non riesca ad adottare delle anticipazioni di cassa per il pagamento dei tre mesi di retribuzione arretrata che i 40 lavoratori hanno accumulato, compromettendo cosi la dignità e la serenità delle loro famiglie.
Chiediamo, pertanto, che l’Amministrazione Comunale di Roccella Jonica, come hanno già fatto, tra le altre, le amministrazioni comunali di Siderno e di Caulonia, adotti tempestivamente, anche in vista della Santa Pasqua, i provvedimenti necessari ad assicurare l’immediata corresponsione delle loro spettanze ai lavoratori ex lpu/lsu, che hanno garantito con le loro prestazioni il funzionamento dei servizi sia interni che esterni dell’Ente.>>