bibbia_ebraica_optNei giorni scorsi è pervenuta al Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, una lettera del prof. Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, che raccoglie la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Bodoniano, in cui si legge: “Il Complesso Monumentale della Pilotta, come già in passato la Biblioteca Palatina, è lieto di concedere in prestito l’incunabolo ebraico St. De Rossi 1178 per esporlo in Calabria, dove fu impresso nel febbraio del 1475”.

“Una lettera- afferma il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio- che mi ha riempito di gioia. La Bibbia ebraica, infatti, è uno degli importanti tasselli di quello straordinario, ma purtroppo finora dimenticato, mosaico culturale che per secoli è stata la nostra regione. In particolare, il legame con l’ebraismo è fra l’altro documentato da diverse memorie e tracce presenti sul nostro territorio regionale: dai resti del tempio di Bova Marina, risalente al IV secolo e costituente la più antica sinagoga d’Europa, alla consuetudine che vede ogni estate l’arrivo in Calabria di centinaia di rabbini da tutto il mondo lungo la riviera tirrenica cosentina, fra Diamante e S. Maria del Cedro, per cogliere i cedri migliori da destinare al Sukkot, la Festa delle Capanne, per finire con la leggenda che vuole Aschenez, pronipote di Noè citato nella Bibbia quale fondatore di Reggio Calabria, personaggio dal quale deriverebbe uno dei principali ceppi ebraici attuali, gli Ashkenaziti”.

simone-verde“Il 3 settembre scorso, durante un evento svoltosi a Santa Maria del Cedro sul tema “Il cuore calabro dell’ebraismo” -ricorda Oliverio- annunciai che avremmo fatto qualsiasi sforzo affinchè la Bibbia ebraica potesse fare ritorno a Reggio Calabria per essere ammirata da tutti, calabresi e non. Abbiamo mantenuto la promessa. Oggi tutti i nostri sforzi vengono premiati. La notizia comunicataci nei giorni scorsi dal direttore del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, dott. Verde, ci pone ora nelle condizioni di accingerci a preparare il più grande evento culturale mai verificatosi nella nostra regione”.

“Finalmente, dopo 600 lunghi anni -conclude il Presidente della Regione- è giunto finalmente il momento di esporre questo prezioso documento nella città e nella terra che gli diedero i natali, facendo in modo che questo evento possa diventare un’occasione per gli appassionati della cultura di tutto il mondo di venire in Calabria e a Reggio per scoprire ed apprezzare le bellezze e i tesori della nostra terra”

La prima Bibbia in lingua ebraica, un esemplare dalla rarità straordinaria, il più antico stampato ebraico recante data certa, fu scoperta da Giovanni Bernardo De Rossi, presbitero, orientalista e bibliografo piemontese e contiene il commento al Pentateuco ad opera del talmudista Šelomoh ben Yişhah.

Certo è che questo prezioso volume venne alla luce a Reggio Calabria nel quartiere della Giudecca, zona a residenza ebraica della città, presso la bottega tipografica di Avrhaham ben Garton situata fra Porta Mesa e via Malfitana, e la sua realizzazione fu resa possibile grazie ai finanziamenti dei commercianti di seta ebrei della città. Dopo la scoperta del De Rossi, il volume, insieme ad altri importanti documenti della cultura ebraica in Italia, venne acquistato nel 1816 da Maria Luigia d’Austria per donarla alla Regia Bibliotheca Parmense ed ora è esposto nella Biblioteca Palatina. Formata da 115 carte, la Bibbia ”calabrese” presenta legatura in cuoio, titolo, dati editoriali e fregi impressi in oro, ed è considerato un esemplare di inestimabile valore. Di questa preziosa opera – che risulta citata anche nella “Storia di Reggio Calabria” di Domenico Spanò Bolani e nelle ”Memorie delle Tipografie Calabresi ” di Vito Capialbi – esiste una sola copia, appunto quella della Biblioteca Palatina di Parma di cui un fac-simile è stato edito a Gerusalemme nel 1969. Ne esiste, infine, una moderna copia anastatica custodita presso la Biblioteca comunale “Pietro De Nava” di Reggio Calabria, dove si conservano anche altri libri in lingua ebraica risalenti al tempo della Giudecca di Reggio.

 

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