Nota stampa di Potere al Popolo di Reggio Calabria: <<Prosegue il cammino di Potere al Popolo di Reggio Calabria. Al termine della terza assemblea territoriale del movimento nato dall’appello del centro sociale napoletano ex Opg Je sò pazzo, cui hanno aderito in tutta Italia comitati, movimenti, realtà e associazioni di base e partiti della cosiddetta sinistra radicale, anche l’area metropolitana di Reggio Calabria ha la sua rosa di candidati.
Si tratta di Alessia Stelitano, Peppe Marra, Nicola Lucà e Gianni Longo. Con storie politiche diverse, ma tutti attivisti riconosciuti della zona, i candidati “rispondono” ai criteri che Potere al Popolo si è dato per selezionare i propri rappresentanti in lista: non sono stati calati dall’alto ma scelti democraticamente da un’assemblea, hanno tutti un “curriculum” di lotte sociali riconosciuto e non sono “professionisti della politica”.
Anche se non tutti hanno la certezza di trovarsi in lista alle prossime elezioni e nonostante le perplessità dovute alle deludenti esperienze passate di pastrocchi elettoralistici, hanno tutti dato la loro piena disponibilità a contribuire a questo percorso. Toccherà quindi ai cinque delegati dell’assemblea territoriale confrontarsi domenica a Lamezia con quelli delle altre zone della Calabria per “armonizzare” le candidature per il Senato e per il plurinominale della Camera.
Obiettivo, rappresentare tutte le zone, le lotte, le storie politiche e le sensibilità che in Potere al Popolo hanno trovato una nuova “casa” dopo anni di atomizzazione. Proprio il principio del “fare rete” anima militanti ed attivisti della nuova aggregazione, che nel corso dell’assemblea hanno ribadito come la prospettiva del movimento sia oggi “elettorale, ma non elettoralistica”.
Per Potere al Popolo – chiariscono ancora una volta gli attivisti – le elezioni sono un’occasione per proporsi sulla scena politica come unica alternativa alle politiche liberiste che centrodestra e centrosinistra hanno portato avanti, rifuggendo la prospettiva ambigua e malpancista dei 5stelle. Ma la strada non si ferma al 4 marzo. “Abbiamo deciso di ‘accettare la sfida’ per dare spazio e voce ai tanti che la cosiddetta politica tradizionale ha cancellato dalla sua agenda e credono nella giustizia sociale e nell’autodeterminazione delle donne, degli uomini, dei popoli, che ogni giorno praticano la solidarietà e il mutualismo, che puntano al controllo popolare sulle istituzioni che non si curano dei nostri interessi. Il nostro proposito non è solo dare rappresentanza a queste istanze e queste voci – dicono i militanti – ma anche costituire una rete nazionale che in tutto il Paese sia in grado di contestare nelle strade e nelle piazze le politiche scellerate che i governi di tutti i colori hanno portato avanti”.>>