mungo-giuseppe-fotoCaro Tito, ti ricorderai certamente di Giuseppe Mungo, quello scrittore che, nativo di Squillace (CZ), è emigrato da piccino in Sardegna prima e poi quando aveva 10 anni in Francia, assieme ai genitori, a un fratello e a una sorella. Pure lui si è formato una bella famiglia, dopo aver trovato un buon lavoro che, tra l’altro, gli ha fatto girare il mondo, avendo una importante specializzazione. E, altruista e generoso come è, parecchio si è speso pure nell’attività sindacale a favore dei colleghi e degli altri lavoratori. Adesso, che è in pensione, si è dedicato alla scrittura e alle conferenze in giro per i luoghi dove ci sono emigrati come lui, provenienti da ogni parte del mondo, poiché le migrazioni solitamente affratellano più di ogni altro fenomeno sociale.

Infatti, nel 2009 una casa editrice d’Oltralpe, gli ha pubblicato, distintamente in lingua francese e italiana, il suo primo libro “HANNO FATTO DI NOI DEI MIGRANTI” (con un’aspra critica verso i poteri locali e nazionali che hanno indotto milioni di persone a lasciare dolorosamente la propria terra, specialmente il sud Italia). In particolare, porta nelle scuole questa sua Opera di memoria e di denuncia. Ama parlare con le nuove generazioni, che poco o nulla sanno del dramma che ancora continua a salassare non soltanto il popolo italiano e che ha, in alcuni casi, interessato i propri nonni o bisnonni durante lo scorso 20° secolo.

Costajonicaweb.it ha dedicato finora a tale importante e intenso scrittore italo-francese tre articoli: http://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-49-hanno-fatto-di-noi-dei-migranti-giuseppe-mungo-di-squillace/ (il 2 settembre 2013) http://www.costajonicaweb.it/giuseppe-mungo-presenta-il-suo-libro-hanno-fatto-di-noi-dei-migranti/ (il 10 ottobre 2013) e http://www.costajonicaweb.it/lettera-a-tito-n-175-la-denuncia-di-giuseppe-mungo-di-squillace-sulle-emigrazioni-forzate/ (23 marzo 2017).

mungo-libro-hanno-fatto-di-noi-dei-migrantiGiuseppe Mungo era già passato a trovarmi nella casa di Agnone del Molise nell’estate 2016 andando in Calabria dalla Francia, mentre la scorsa estate 2017 ci siamo incontrati a Vasto d’Abruzzo durante il suo rientro dal consueto viaggio annuale a Squillace. Si può ben dire che egli sia afflitto da “calabresite acùta” ancora di più di quanto non lo fossi io fino a qualche anno fa. Però, mentre io ne sono guarito quasi completamente, ritengo che egli si porterà tale psico-dramma (odio-amore) nella tomba.

Nell’incontro di luglio 2017, Giuseppe mi ha omaggiato di due distinti fascicoli (n. 89 e 95) de “LA VOCE – La rivista degli Italiani in Francia” (www.lavoce.com). E’ un periodico cartaceo a colori e bilingue (italiano e francese), diretto da Patrice Gaspari. Nel numero 95 (giugno-luglio-agosto 2017 anno 19) alla pagina 12 (nella rubrica “Eventi attorno all’Italia”) è riportata in italiano buona parte della “Lettera a Tito n. 175” del 23 marzo 2017 “La denuncia di Giuseppe Mungo di Squillace sulle emigrazioni forzate” ma con il titolo “Giuseppe Mungo scrittore narra la vita dei migranti italiani”.

Con sorpresa ho notato che, sotto all’articolo, la redazione ha voluto evidenziare in bella vista il logo di questo nostro sito “CostaJonicaWeb.it – News da Sicilia e Calabria”. Per tale gentilezza ringraziamo, oltre a Mungo, il direttore e tutto lo staff della bella rivista. La cui scheda editoriale riporta Parigi come sede legale, mentre la sede sociale ed operativa dell’editore “GEFI – Groupement Editorial Francais et Italien” sta nel Comune di Dracy-le-Fort (Dipartimento Saona-Loira – Regione di Borgogna – Franca Contea).

Questi i recapiti della rivista: tel. 0143458755 – info@lavoce.com – www.facebook.com/rivistalavoce -You Tube Rivista La voce. Abbonamenti: 85 euro per 12 numeri e 48 euro per 6 fascicoli, mentre un numero costa 10 euro. Il formato è cm 21 x 29 (A-4). Normalmente ha 48 pagine e le 4 di copertina, tutte a colori. Ho notato che fino al giugno 2017 aveva 5.380 abbonati di cui alcuni pure in Italia.

Le tematiche?… Ovviamente quelle che interessano più da vicino i nostri connazionali residenti in Francia. In alcuni argomenti c’è un malcelato o palese orgoglio di italianità, come, ad esempio, la presentazione in ben 20 pagine del fascicolo n. 95 (dalla 23 alla 40 – Rubrica “Emozioni italiane”) di numerosi modelli di automobili italiane ed estere le quali, ritenute le migliori del mondo, si sono avvalse di stilisti italiani per la carrozzeria elegante o sportiva. E’ bene evidenziato il fatto che parecchi modelli di auto estere sono state rivestite dalle più famose case di “design” italiane. Non mancano le pagine dedicate allo Sport, alla Salute, alla Lettura, al Cinema, alla Gastronomia, alle interviste di personaggi noti.

mungo-libro-edizione-franceseCaro Tito, sai bene che, così come in tutte le cose umane, c’è del bello e del brutto pure nell’emigrare. Infatti, l’emigrazione (specie quando è indotta da seri e irrisolvibili problemi, drammi o tragedie) è sempre stata e sempre sarà una profonda e indiscutibile sofferenza, pure perché la stragrande maggioranza dei migranti avrebbe desiderato ed ancora desidererebbe stare bene a casa propria. Tuttavia, da che mondo è mondo, bisogna dare merito alle ripetute ed incessanti migrazioni che, nel corso dei millenni, hanno ripopolato il pianeta apportandovi novità rilevanti e “mischiando” le genti.

Ne è prova la stessa famiglia di Mungo che è italiano, mentre la moglie è polacca e la figlia, nata in Francia, ha sposato un portoghese … ma adesso tutti sono francesi e cittadini dell’Unione Europea così come innumerevoli altri esempi interculturali dalla più diversa provenienza. I migranti hanno unito i continenti e il mondo con la loro fertile sofferenza e la loro alacre voglia di rendere migliore sé stessi e il nostro pianeta. Sono stati come le api che, girando di fiore in fiore, hanno poi dato miele al luogo che li ha ospitati. La stessa Europa è stata maggiormente “unita” dai migranti prima ancora del Trattati economico-finanziari e pseudo-politici.

Così non possiamo non fare riferimento ai tantissimi che ancora oggi (superati deserti e mari, montagne e muri) si spingono verso terre e popoli più benestanti e più in pace. E, sicuramente, dopo l’attuale epopea migratoria ce ne saranno ancora e ancora, poiché questa è (purtroppo volenti o nolenti) una delle leggi del mondo. Pure gli animali migrano. Ci deve, invece, addolorare il fatto che le frontiere e gli egoismi nazionali causano ancora adesso fin troppe vittime e noi restiamo assuefatti a tali drammi e tragedie senza proferire parola, mentre il tutto potrebbe avvenire senza stragi e strazi, governando il mondo con un minimo di vera umanità e giustizia. Utopia?… No, soltanto amore oppure buona ed onesta volontà, nonché lungimiranza!

Beati coloro che vedranno persone emigrare per pura e semplice volontà e non per dolorosa necessità! E se taluni Stati hanno bisogno di ripopolare i propri territori a causa di problemi demografici ed economici, siano più corretti e leali con i loro nuovi cittadini … li facciano emigrare con tutte le garanzie e le dignità di persone e di lavoratori che stanno per integrarsi nel contesto nazionale di arrivo. Personalmente (sempre per averlo sofferto sulla mia pelle) sono del parere che il 99% delle persone vorrebbero restare a vivere nel proprio paese di nascita o di vita. Perciò, è preferibile che i popoli vadano aiutati a casa loro! Ed è altresì preferibile che, una volta accolti in un paese estero, i migranti vengano da questo bene inseriti il più possibile opportunamente e produttivamente, meglio se gentilmente o con affetto!

Grazie come sempre, Tito, e alla prossima!

Domenico Lanciano Azzurro Infinito, lunedì 08 gennaio 2018 ore 12,04

Allegati:

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