Di seguito il comunicato stampa dell’associazione di promozione sociale e turistica Syrleto Valley costituitasi, recentemente, a Guardavalle (Cz): <<All’ombra del Palazzo Guglielmo Syrleto si è di recente tenuta la presentazione di una nuova realtà associativa che, costituitasi di recente a Guardavalle, trae ispirazione proprio dal cardinale calabrese, ritenuto una delle figure centrali del Concilio di Trento.
Si tratta della Syrleto Valley: associazione promossa da un gruppo eterogeneo di cittadini portatori di esperienze e professionalità diverse che, prima ancora di sposare una stessa causa, si sono ritrovati sintonizzati su una medesima e precisa idea di promozione sociale e turistica del territorio.
A illustrare la mission dell’associazione alcuni soci fondatori che, partecipando alla redazione del progetto, hanno esposto i risultati ottenuti dalla “mappatura” tecnica, artistica e sociale del territorio. Logo e oggetto sociale al centro dell’intervento dell’arch. Pasquale Perronace, seguito dalle relazioni dell’ing. Salvatore Garzaniti, degli arch.tti Monica Ussia e Arnaldo Valenti e del dott. Eugenio Mosca.
L’associazione muove da una visione di offerta turistica profondamente innovativa rispetto alla concezione di matrice tradizionale che, penalizzata dal suo immaginarsi e raccontarsi circoscritta nello spazio e nel tempo, è strutturata “al ribasso”.
L’opportunità di fare turismo, e la necessità di farlo diversamente, emergono, in modo chiaro, dai numeri e dai trend registrati dai recenti report di statistica, che riferiscono un turismo straniero in crescita nel Paese e segnalano comportamenti sempre più orientati a vacanze intese come “stile di vita”. Tendenza quest’ultima che – soprattutto negli ultimi anni – motiva il cambiamento della geografia del turismo, con la rapida ascesa di regioni e localitàsconosciute ma empatiche e dalla personalità forte. Borghi, innanzitutto.
Se n’è accorto anche il New York Times che, così come altri media nazionali, ha accordato proprio alla Calabria il credito di meta turistica di qualità, piazzandola tra le 52 destinazioni da visitare
Da questo studio, e dalle analisiche hanno preso in esame, patrimonio architettonico e il profilo culturale e identitario del territorio guardavallese,è maturato il progetto dell’Associazione.
Il modello di accoglienza al centro del progetto, che si rifà a quello elaborato dal docente di marketing turistico Giancarlo Dall’Ara, concepisce gli edifici esistenti come potenziali strutture ricettive e punta così a disegnare un sistema di ospitalità allargato.
La bontà del progetto, relativamente al territorio di Guardavalle, è suggerita dalla presenza di edifici adatti a ristrutturazione con finalità alberghiere: dalla stima delle disponibilità immobiliare, infatti, su un totale di 3245 abitazioni, se ne contano ben 1370 inoccupate.
Il recupero del patrimonio immobiliare è, tuttavia, solo una delle direzioni verso cui apre il modello proposto. Le tipologie di “Albergo Diffuso” e “Residence Diffuso”, infatti, si sviluppano in senso orizzontale e pianificano itinerari tematici di “Ospitalità Diffusa” che valorizzano le risorse naturali, il patrimonio storico e culturale, la tradizione enogastronomica: esperienze turistiche quanto più possibilmente estese all’intero nucleo urbano e volte a favorire il pieno godimento dei luoghi visitati.
Ampiezza, dunque, una delle parole-chiave della Syrleto Valley. Riferita, peraltro, a un arco di tempo del quale la stagione estiva sia una parte, di certo importante, ma che non esaurisca il tutto. Perché investire in una più razionale pianificazione temporale consentirebbe al nostro territorio di scrollarsi di dosso l’etichetta di località balneare “mordi e fuggi”, garantendo così continuità e, giocoforza, maggiore competitività sul mercato turistico.
Del resto, Guardavalle, ragionando sia in termini di qualità che di quantità, possiede specificità capaci di farne un attrattore permanente di turismo.
E “Specificità” è un altro termine che sintetizza bene il concept dell’associazione: a fronte della crescente domanda di tipicità, l’offerta turistica deve avere un sapore riconoscibile, che renda al meglio le note intrinseche del territorio senza esportarle da esperienze magari di successo ma incapaci di restituirne l’anima.
Più la popolazione ospitata potrà cogliere la complessità e calarsi nelle specificità del territorio, più potrà integrarsi con esso, in un’operazione di marketing strategico, utile, tra l’altro, a generare fidelizzazione.
Non c’è, tuttavia, soltanto la “custumersatisfaction” nelle finalità del progetto, la cui principale ambizione è quella di contribuire alla ripresa economica e sociale di un’area inserita nella mappa regionale delle zone a graduale marginalizzazione e spopolamento. Intende farlo mediante l’attivazione di opportunità di lavoro; il recupero di un patrimonio immobiliare in larga parte dismesso che offende e mortifica la dignità estetica della scena urbana; la promozione dei saperi tradizionali.
Com’è intuitivo, dunque, una proposta turistica così articolata, che si traduce nell’esercizio dell’attività ricettiva in forma coordinata, condiziona la propria riuscita alla cooperazione, consapevole, di tutti gli attori che vivono e operano sul territorio: stakeholder (abitanti, associazioni); istituzionali (Enti locali); stockeholder (produttori, artigiani locali, realtà imprenditoriali).
Fondamentale, nella pianificazione del progetto, la fase di impostazione dell’offerta, che passa attraverso la formazione delle risorse umane impiegate, la creazione di servizi di base con l’implementazione di quelli già esistenti e la creazione di una rete, di strutture ricettive.