L’ennesima riorganizzazione si conclude con caos, conflittualità interna e lamentele della clientela. Ormai da anni, Poste Italiane, decide di modificare modelli consolidati che, oltre a tradursi in nuovi tagli di posti di lavoro, non producono l’effetto desiderato (la qualità del servizio). Inoltre non abbiamo bene compreso perché si è individuata nel tempo la nostra Regione quale terra di “sperimentazioni di nuovi modelli”. Come la prossima chiusura di uffici a doppio turno, recapito a giorni alterni che eliminando il 50% delle zone e di personale non funziona; adesso la consegna degli oggetti a firma non recapitati suddivisa in tutti gli sportelli delle agenzie (prima erano concentrati in pochi uffici). Il progetto di agevolare il cliente a recarsi nel più vicino Ufficio Postale dalla propria residenza per ritirare il plico, è condiviso dalla CISL ma, come spesso accade, la sola teoria è diffusa in Azienda, a discapito della pratica. Troppa fantasia dietro progetti elaborati dai vertici senza tenere conto di tante variabili. Carenza di operatori allo sportello, disorganizzazione interna fra le varie funzioni, lunghe attese da parte dei clienti, poca formazione del personale, dati discordanti, reclami e tanta rabbia dei clienti, di cui la stragrande maggioranza sono professionisti. Da due mesi a questa parte il caos è la quotidianità. Il personale e la clientela non ne avevano certo bisogno! Naturalmente il tutto ricade sull’impiegato o/e direttore dell’ufficio diventati parafulmini e paradossalmente perfino contestati disciplinarmente se commettono errori “ non dovuti alla loro eventuale negligenza” ma, appunto, al datore di lavoro sprovveduto. Peggio ancora, il tutto, in un periodo estivo dove la mancanza di portalettere non sostituiti, come previsto dagli accordi, e di sportellisti che devono godere delle ferie, spesso negate, è deleteria. L’esasperazione, la paura, l’insicurezza ed il tormento, sono le denunce dei lavoratori ai sindacati. La serenità, essenziale per il rischio che incombe sulla categoria, è necessaria. Una situazione insostenibile che non vede via d’uscita ma che la CISL insieme a FAILP, CONFSAL e UGL tenta di sollecitare l’azienda a rendersi conto che non si può continuare in queste condizioni. Ancora una volta, per queste e tante altre motivazioni, le 4 sigle sindacali continuano la protesta con lo sciopero di prestazioni straordinarie.