cambiamomessinadalbasso2-720x340Se c’è un’amministrazione che gode di un’apertura di credito inspiegabile e trasversale, questa è l’Autorità Portuale di Messina.
Anni di inefficienze che hanno prodotto la chiusura progressiva del fronte mare cittadino, il fallimento della storica Fiera messinese con l’annesso degrado e abbandono delle aree su cui insisteva, la paralisi della costruzione del porto di Tremestieri, l’accumularsi di un tesoretto presunto mai reinvestito sulla collettività, la mancata soluzione del transito dei TIR dal centro urbano, restano misteriosamente oggetto di periodiche incensazioni dalle più svariate parti politiche.

Oggi l’ennesimo capitolo di questo amaro bollettino viene scritto, sempre sotto il cappello di uno sconfortante silenzio generale. Il Commissario De Simone infatti, con palese contraddizione, annuncia di esser pronto ad affidare la Fiera, ma solo per pochi giorni, indicando come responsabile di questa limitazione dapprima l’amministrazione comunale, con cui non ha trovato una base di accordo nelle modalità di affidamento, e poi, sempre nello stesso comunicato, i problemi di gestione degli spazi attualmente oggetto di lavori. La domanda sorge quindi spontanea. Se l’accordo col Comune ci fosse stato, come avrebbe superato De Simone il problema dei lavori? Non sarà forse il più banale degli alibi?

A margine del siparietto che oggi viene offerto alla città, il Movimento Cambiamo Messina dal Basso, desidera cogliere l’occasione per esporre qualche riflessione di più ampio respiro.

Non può infatti essere pensabile che un’area, palesemente sottratta all’uso pubblico, rivendicata dall’Authority come area portuale di cui si fatica a comprenderne la finalità, sbarrata con una cancellata ininterrotta e consegnata da decenni al degrado, debba trovare la copertura dell’amministrazione comunale per essere aperta poche settimane l’anno per concerti e manifestazioni ludiche o culturali. La parte di città che ritiene che abbia senso considerare il Quartiere fieristico come demanio marittimo, ne accetti serenamente le conseguenze. Si abitui a vedere recinzioni e biglietti d’ingresso, accetti l’idea di nuove aree commerciali e industriali nel centro cittadino, dimentichi in fretta la stagione dei concerti e dei festival del cinema e si prepari a vedere una nuova gestione, decentrata in qualche palazzina di Gioia Tauro, e la smetta ti tirare in ballo le altre amministrazioni quando c’è da offrire specchietti per le allodole.

Forse invece un’alternativa a tutto questo c’è. Forse questo periodo di grande transizione, nel passaggio tra Autorità Portuale di Messina e Sistema Portuale del Tirreno Meridionale, è l’occasione giusta. Il momento per abbassare astii e interessi di parte e cercare di ragionare serenamente per un equo e sensato ripensamento dei confini portuali. La migliore occasione per dare nuovo impulso e vitalità a una città che ha bisogno di grandi stimoli di rinascita, imprescindibili dal suo rapporto con il mare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *