Ieri – martedì 17 gennaio 2017 – è stato effettuato, presso le camere settorie dell’ospedale Policlinico, l’esame autoptico sul corpo di Roberto Scipilliti, il Vigile del Fuoco scomparso dal lungomare di Santa Teresa di Riva nel pomeriggio del 5 gennaio 2017 e rinvenuto cadavere il successivo 14 gennaio nella campagne intorno a Savoca.
L’esito preliminare, in attesa di un resoconto più dettagliato, non lascia spazio a dubbi: la causa della morte è stata un colpo di arma da fuoco alla testa, esploso da dietro e da distanza ravvicinata.
Non è ancora stato determinato con che tipo di arma l’ignoto omicida abbia fatto fuoco.
Anche se è presto per sbilanciarsi verso premature conclusioni, tutto fa pensare ad una vera e propria esecuzione ed il lavoro dei carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, è ora orientato a far luce sul contesto in cui questa potrebbe essere maturata.
Al momento non c’è un’ipotesi investigativa privilegiata e gli inquirenti si stanno muovendo a 360°, approfondendo tutte le possibili strade che possono aver portato Scipilliti verso questa brutta fine.
Ingenti le forze spiegate dai carabinieri, tra cui sono compresi anche gli specialisti del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Messina, che sia nell’immediatezza del ritrovamento del corpo che nei giorni successivi hanno effettuato numerosi sopralluoghi, alla ricerca di ogni traccia, anche la più impercettibile, che possa risultare utile alle indagini.
Tutto ciò che è stato repertato è ora oggetto di evoluti e minuziosi esami di laboratorio. Nel frattempo, gli investigatori stanno continuando ad interrogare amici e parenti dell’uomo, nonché tutti coloro che in quei giorni possano aver notato qualcosa di strano, al fine di ricostruire con precisione ed esattezza quello che è successo il giorno della scomparsa del Vigile del Fuoco, anche grazie alle numerose ore di immagini che sono state registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona.
I militari del Nucleo Operativo di Messina Sud stanno inoltre scavando nella vita e nel passato di Roberto Scipilliti, per fare emergere tutte le sue relazioni ed i suoi contatti, contestualizzarli e dargli un significato.
Un’attività serrata, meticolosa ed ininterrotta che sta portando a raccogliere ed analizzare una enorme mole di dati, sulle cui risultanze – vista anche la delicatezza dell’indagine – carabinieri e Procura mantengono il più stretto riserbo.