Caro Tito, il 9 settembre 2013, con la Lettera n. 50, imploravo “No alla guerra in Siria!”. Un appello rinnovato il 9 ottobre 2015. Implorazioni ingenue, sicuramente, ma condivise dalla stragrande maggioranza del mondo che vuole la pace. Però le grandi Potenze planetarie si dimostrano senza alcuna pietà, massacrano i popoli senza avere alcuno scrupolo. In questo momento ci sono ben nove guerre attive nel pianeta e nella sola Siria ci sono stati finora quasi mezzo milione di morti in questi 5 anni di combattimenti atroci provocando innumerevoli feriti e decine di milioni di sfollati, profughi, migranti. Commuove ancora di più la distruzione e il massacro di Aleppo, una città cara a tutta l’Umanità per il suo valore e significato storico.
Caro Tito, nel Natale 1971, ai bordi del presepe della chiesa parrocchiale del mio paese (Badolato Marina – CZ), ho attaccato foto e articoli di giornale per ricordare i principali drammi che il mondo viveva a quel tempo.
Adesso, nel Natale 2016, voglio fare altrettanto evidenziando la poesia composta giorni fa dall’amico Domenico Barbaro (psichiatra e psicoterapeuta di Isernia, originario di Platì – RC), i cui versi intendono ricordare coloro che soffrono e sono alle prese con drammi personali, familiari e sociali. In particolare, ha voluto ricordare la tragedia e il massacro (purtroppo ancora in atto) della città martire di Aleppo in Siria, straziante simbolo della follìa umana!
Metto questa poesia nella capanna di Betlemme e nei cuori di ognuno, come una invocazione di speranza, di pace e di amore per tutti!
BUON NATALE 2016 E OTTIMO ANNO 2017 a te, caro Tito, e a tutti i nostri Lettori!!!
Domenico Lanciano Martedì 20 dicembre 2016 ore 16,46
Natale 2016
L’Angelo del Signore avvisò Giuseppe e Lui mise in salvo il suo Bambino, primo migrante in terra d’Egitto. L’Angelo del Signore non fece in tempo ad Aleppo ad avvisare i padri, erano tanti, impauriti e stanchi, così i loro figli rimasero schiacciati dalla violenza bieca del mondo. Quelli che l’Angelo del Signore avvisò fecero per portare in salvo i loro bambini ma la furia, questa volta del mare, li ingoiò per sempre. L’Angelo del Signore sembrò non provare dolore perché il suo volo proseguì imperterrito oltre, verso altri bambini che chiedevano pane, e non c’era per loro né conforto né manna che potesse sottrarli alla morte. L’Angelo del Signore perse allora anche la voglia di volare. Poi si fermò ad ascoltare il lamento di una madre che cercava inutilmente suo figlio tra i resti impietosi del suo povero rifugio distrutto dalla furia della natura. Distillava dal cuore rabbia e sgomento e si chiedeva allibita: – Dov’è Dio? – Dov’è Dio? All’Angelo del Signore mancò questa volta il coraggio di dare al mondo un nuovo annuncio di pace. Mentre accarezzava teneramente quel viso materno la sua mente andava ad un’altra madre di nome Maria con il suo figlio straziato in grembo, e in un sussulto improvviso decise di annunciare a quella madre senza più speranza: “Oggi Betlemme è qui.”Domenico Barbaro (psichiatrabarbaro@gmail.com)
Poesia appena pubblicata dal trimestrale “Umanizziamo…ci” di Isernia
– Numero 4 – Anno 19 – Dicembre 2016