Domenica 17 aprile milioni di elettori non potranno votare perché fuori-sede, specie al Sud. L’Università delle Generazioni di Agnone cerca di essere il più possibile attenta, specialmente con le sue iniziative e le sue proposte, a rafforzare la democrazia e una più attiva e motivata partecipazione dei cittadini al miglioramento della vita comune, nella proporzione tra diritti e doveri. Ogni sua azione è inserita in un progetto di società in cui i valori costituzionali si possano coniugare con quelli delle istituzioni di garanzia su cui si basa la convivenza nazionale e globale, tenendo sempre presente la dignità e la sacralità delle persone. In tale contesto, giusto dieci anni fa nell’aprile 2016, ha avanzato la proposta di istituire il “SEI – Sindacato Elettori Italiani” con lo slogan “Se sei SEI” realizzando già un primo nucleo operativo nel portare alcuni disabili altomolisani ai seggi del referendum del 25 e 26 giugno 2006 sulla “devolution”.
Ma le preoccupazioni di un “Sindacato degli Elettori” sono molteplici e riguardano, tra tanto altro, il diritto-dovere costituzionale di votare, un diritto-dovere che viene “espropriato” (come tante altri diritti-doveri) poiché mancano le accortezze e le “pari opportunità” di voto. Infatti, si stima che saranno milioni gli elettori che non potranno votare perché sono fuori-sede per lavoro o per studio, dentro lo stesso territorio nazionale, nonostante ci siano le tecnologie e le possibilità per permettere tale esercizio costituzionale. Un altro serio problema riguarda, poi, il diritto-dovere di voto per gli italiani residenti all’estero (quelli iscritti all’AIRE, il cui numero incide pesantemente sul “quorum”) i quali non hanno la concreta possibilità di votare essendo troppo disseminati nei territori di emigrazione. Così, per fuori-sede nazionali e per italiani AIRE, il voto rappresenta un diritto sostanzialmente vuoto e praticamente inesistente perché non esercitabile.
Inoltre, da qualche decennio a questa parte, sempre più in modo scorretto, qualificati rappresentanti delle istituzioni incitano gli elettori a non esercitare il diritto-dovere di voto. L’incitamento alla diserzione dalle urne dovrebbe essere considerato “reato” penale perché lesivo della Costituzione e della dignità delle persone abilitate per legge ad esercitare un diritto. Perciò, un “Sindacato degli Elettori” dovrebbe non soltanto biasimare coloro che incitano alla diserzione dalle urne ma avrebbe il compito di denunciare alla Magistratura questo vero e proprio “attentato” alla democrazia di un Paese come l’Italia in cui, è dimostrato, è permanente il rischio di brogli (altro tema scottante per un “Sindacato degli Elettori”).
Infatti, nelle settimane scorse è stata così tanta la pressione di alcuni partiti e persino di alti rappresentanti delle Istituzioni repubblicane verso la diserzione delle urne per l’imminente Referendum del 17 aprile che sono dovute intervenire, direttamente o indirettamente, le più alte cariche dello Stato, come il Presidente della Repubblica Mattarella, e in modo più esplicito il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grassi, per ristabilire le regole e per esortare i cittadini ad andare a votare per esercitare tale sacrosanto diritto.
Perciò, oggi come oggi c’è un motivo in più per invitare gli elettori ad esercitare il più possibile il diritto-dovere di esprimere il loro “SI” oppure il loro “NO” al referendum sulle trivellazioni dell’imminente domenica 17 aprile: tale motivo consiste nella difesa della propria esistenza come cittadini costituzionali. Il voto è, tra tanto altro, l’attestazione della propria “esistenza in vita” in una democrazia e in uno Stato. Disertarlo o sciuparlo è un lusso che non è consentito, specialmente in tempi in cui i diritti si stanno assottigliando sempre di più. Votare è un atto di sublime civismo e non soltanto un adempimento politico.
Redatto da Domenico Lanciano tel. 0865-722449 e 79034