piemonte ospedale 1Per il presidente Minasi il ridimensionamento della struttura di viale Europa causerebbe “un’interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità”(art.340 Codice Penale). Il rappresentante del Comitato pretende chiarezza sui fondi per gli interventi di adeguamento sismico

Di ieri la notizia della presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica a firma del presidente del Comitato spontaneo popolare “Salvare l’Ospedale Piemonte” Marcello Minasi, in cui viene richiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria per cercare di far luce su una vicenda, quella del ridimensionamento della struttura ospedaliera di viale Europa, che a detta di Minasi “si sostanzia in un brutale ed improvviso affievolimento del servizio di pubblica necessità dell’assistenza sanitaria della città”. Definizione in cui per il presidente è possibile ravvedere il reato di interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità previsto dall’art.340 del Codice Penale.

Minasi, già in prima linea nel 1985 contro un tentativo di potenziale smantellamento della struttura ospedaliera in qualità di presidente del Tribunale dei diritti del Malato, pur avendo ben presenti i 0limiti esistenti tra il campo d’azione politico-amministrativo (improntato a criteri di discrezionalità nelle scelte) e quello dell’indagine penale (che davanti ai limite deve arrestarsi), ritiene quello del Piemonte un “caso limite in cui l’azione di amministrazione e di riassetto di apparati e servizi può trasmodare dall’ambito delle scelte discrezionali consentite alla P.A. venendo ad incidere su delicate e vitali funzioni dell’apparato statuale, deputate alla realizzazione di diritti a tal punto essenziali da assurgere a valori e diritti di rango costituzionali”. Minasi, così come ribadito anche nel corso dell’ultima assemblea tenutasi nell’aula Magna dell’Ospedale Piemonte, sottolinea che il rimodulazione della struttura, a suo dire il primo passo verso il definitivo smantellamento, metterebbe in serio pericolo il rispetto del diritto alla salute, strettamente correlato con l’incolumità e la sopravvivenza stessa della persona.

Nel lungo e dettagliato esposto, il presidente del Comitato spontaneo punta l’accento soprattutto sulle vicende relative ai fondi necessari per la richiesta di adeguamento sismico della struttura, “una richiesta – spiega Minasi – commissionata dall’azienda all’ing. Famulari, dimenticata per due anni e mezzo nei cassetti dell’amministrazione ospedaliera e riesumata per dimostrare l’improvvisa inagibilità sismica dell’Ospedale, come se due anni fossero stati immuni da ogni pericolo”. A detta del rappresentante dell’organismo cittadino, sarebbe invece ben più importante tenere conto della perizia redatta a seguito di una convenzione tra il Dipartimento di protezione civile del Comune di Messina e quello di ingegneria civile dell’Università di Messina (depositata il 12/01/2010), che quantifica in 710.000 euro la spesa per gli interventi strutturali di adeguamento sismico per ciascun padiglione: “La maggior parte dei pilastri dell’ultimo piano – si legge nella perizia così come riportato nell’esposto presentato da Minasi – non soddisfa anche se di poco, i requisiti richiesti dalla norma vigente per sollecitazione dominante di presso-flessione”.

E’ proprio quello relativo alle somme necessarie per l’adeguamento dell’Ospedale, il punto a cui Minasi dedica maggior attenzione, facendo innanzitutto riferimento a quanto dichiarato nel corso della seduta straordinaria della Commissione Sanità presso il nosocomio di Messina, alla presenza del presidente Laccato e del deputato Franco Rinaldi. Occasione in cui i rappresentati regionali affermano di metter immediatamente a disposizione 2,5 milioni così suddivisi: “Il dipartimento per la Protezione Civile – evidenzia Minasi – ha assegnato una quota di 1.236.564.00, i rimanenti 529.956.00 sono invece stati lasciati a carico dell’Azienda per l’adeguamento sismico dei padiglioni abbisognevoli. L’Azienda però – ed è questa la principale accusa sostenuta da Minasi – si è lasciata sfuggire quest’opportunità pur essendo proprietaria di un ingente patrimonio immobiliare derivante da donazioni e lasciti testamentari”. L’ultimo “aspetto economico” esposto dal presidente dell’Osservatorio nel documento inviato alla Procura, riguarda invece “lo stanziamento di circa 14 milioni di euro disponibili ex-art20 della Legge 67/88 per il complessivo adeguamento sismico, revocato – sostiene – per l’inattività dell’azienda”.

Minasi riporta poi una serie di esempi “pratici”, riferiti a casi di notevole urgenza verificatisi nelle scorse settimane che tuttavia, proprio a causa del parziale trasferimento di alcuni reparti, non è stato possibile risolvere all’interno della struttura di viale Europa, necessitando dunque il trasferimento al Papardo: “La fragilità di collegamento fra le due strutture ospedaliere, oltre a non garantire un minimo di efficienza e sicurezza nell’erogazione del servizio sanità, espone i medici e l’amministrazione ad un prevedibile contenzioso a causa del moltiplicarsi degli episodi di malfunzionamento”. Condizioni che dunque metterebbero a repentaglio anche l’esistenza del Piemonte come presidio ospedaliera di emergenza.

“Con le ultime disposizioni dell’8 aprile – si legge sempre nell’esposto – il direttore Generale trasferisce gli ultimi reparti specialistici, lasciando solo la cosìdetta Piastra chirurgica il cui funzionamento è incompleto perché fondata con un impossibile collegamento con il Paprdo: si sta ponendo in essere, coscientemente e volontariamente, la condotta idonea a concretare una grave turbativa del servizio pubblico dell’assistenza ospedaliera per tutto il centro della città di Messina”

Questi, secondo quanto riportato nell’esposto presentato alla Procura della Repubblica a firma del presidente del Comitato spontaneo popolare “Salvare l’Ospedale Piemonte” Marcello Minasi, le divisioni trasferite o in corso di trasferimento:

– Chirurgia vascolare

– Centro sangue

– Anatomia patologica

– Virologia

– Endocrinologia

– Angiologia

– Malattie dell’apparato respiratorio

– Servizi (cucina, lavanderia, amministrazione)

– Neurologia

– Servizio di endoscopia presso la divisione di medicina

– Macchina per il ghiaccio indispensabile dopo interventi ed eventi traumatici

 

Tempèostretto.it – Elena De Pasquale

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