labdem12La crisi economica che attanaglia ormai da anni la nostra città si è fatta sentire ancora più pesantemente sul settore dell’edilizia, che storicamente è stato uno dei settori trainanti essendo volano di una molteplicità di altri segmenti economici: cantieri chiusi, operai a spasso o in cassa integrazione, tecnici senza lavoro sono sintomi di una situazione drammatica, non più sostenibile.

Alle dichiarazioni trionfalistiche dell’assessore De Cola, che in più occasioni ha inneggiato all’aumento dell’incasso degli oneri concessori come segnale di una ripresa del settore, si contrappone la realtà di una situazione che continua ad essere drammaticamente stagnante, come peraltro più volte denunciato dai sindacati di categoria, che hanno il polso reale dell’occupazione nel settore.

Il rilancio dell’edilizia deve ovviamente essere coniugato con una nuova sensibilità ambientale, con il rispetto del nostro territorio, con responsabilità e serietà, rifuggendo dall’equazione edilizia = speculazione. Atteggiamento questo, che Accorinti e la sua Giunta pare non riescano a fare proprio.

L’edilizia, che nei decenni passati, anche a causa di gravi responsabilità politiche, ha avuto forti connotati speculativi, ha bisogno oggi di una svolta profonda per riproporsi come attività con i connotati della sostenibilità, per dare risposte alle esigenze e ai bisogni della città, supportare gli obiettivi dell’amministrazione pubblica, produrre qualità urbana e architettonica e non come in passato scempi paesaggistici e danni all’ambiente.

Il centro urbano di Messina è circondato da una periferia degradata, nella quale vive quasi metà della popolazione cittadina, priva di servizi, di verde, in precarie condizioni ambientali e di spazi pubblici e nella quale esistono migliaia di abitazioni, spesso di fortuna, indegne di un paese civile.

Queste due criticità (crisi dell’edilizia e degrado delle periferie), se integrate e messe a sistema possono e devono trasformarsi in una grande opportunità che consenta di rigenerare le nostre periferie degradate e dare lavoro a migliaia di operai e tecnici.

Su questo aspetto Accorinti e la sua Giunta, al di là dei proclami contro il saccheggio del territorio e gli speculatori, non ci sembra stiano dando risposte adeguate. La stessa tanto decantata Variante di Salvaguardia (c’è qualcuno che sa cosa sia?) che dovrebbe salvare il territorio della città, per il modo sbagliato con il quale sembra si stia impostando rischia di non arrivare mai all’approvazione.

E così, mentre l’assessore De Cola annuncia la redazione di un nuovo PRG, tutto rischia di rimanere bloccato, anche quelle iniziative che potrebbero avere i connotati di azioni virtuose. Lo stesso Piano Regolatore Generale vigente, dopo l’abboffata speculativa degli anni passati, continua a essere inattuato nelle sue parti più qualificanti: il recupero della periferia e delle aree degradate e la realizzazione dei tanti servizi pubblici previsti e non realizzati.

La stesura definitiva della variante di salvaguardia e il suo approdo in Consiglio Comunale era stata annunciata per la fine del 2014, ma ad oggi non se ne sa quasi nulla, tranne che in essa risultano comprese decine di migliaia di terreni e fabbricati senza conoscerne il destino urbanistico.

Si sta peraltro andando ben oltre il mandato dell’Aula e ci pare stia emergendo ogni giorno di più il sostanziale valore propagandistico dell’operazione, dal momento che tutte le aree che si dichiara saranno sottratte alla eventuale edificazione lo sono già di fatto, in virtù di normative già esistenti a livello regionale e nazionale, trattandosi di aree protette o a rischio idrogeologico.

Ironia della sorte (o mala amministrazione?), aree senza nessuna capacità edificatoria sono formalmente declassate ad agricole, riconoscendo però ai proprietari, cosa ai limiti della legalità, la possibilità di edificare in altro sito (ZIR E ZIS).

Allo stesso tempo, in danno alla sostenibilità ambientale e alla salute dei cittadini, si è cercato di dare seguito al progetto insostenibile della discarica di Pace, oggi per fortuna bocciato dalla Regione.

Anche per quanto riguarda il nuovo PRG la Giunta si era impegnata a presentarlo in Consiglio comunale entro il 15 novembre 2015, ma ancora oggi non sono stati avviati neanche gli studi propedeutici e si è appena insediato il consulente, il professor Gasparrini.

LabDem Messina ritiene che occorra realmente tutelare il territorio collinare e in generale tutte le aree agricole del comprensorio comunale, con l’obiettivo di inibire qualsiasi nuovo consumo di suolo agricolo.

Dall’altro lato, consideriamo assolutamente necessario un rilancio immediato (oggi e senza attendere Varianti e nuovo PRG, la cui approvazione non sappiamo quando e se mai avverrà) dell’attività edilizia, attraverso un programma straordinario di recupero della periferia degradata, utilizzando gli strumenti urbanistici di dettaglio del vigente PRG, quelli già esistenti come i piani di risanamento e quelli eventualmente da redigere nelle zone destinate al recupero.

LabDemMessina ritiene che per il governo del territorio, la rigenerazione delle parti degradate e la tutela del paesaggio della nostra città sia necessario sviluppare le seguenti azioni:

1) immediata e preventiva perimetrazione del territorio urbanizzato, del centro urbano e dei villaggi, con la conseguente individuazione dei territori agricoli e naturali;

2) moratoria generalizzata, in queste ultime, di tutte le aree edificabili (zone C), a esclusione di quelle per le quali è già stato depositato piano di lottizzazione;

3) possibilità per i proprietari di suddette aree di conferire il volume edificabile in un registro dei volumi che saranno ricalcolati in base al loro effettivo valore di mercato (è evidente che 100 metri cubi a Gesso, ad esempio, non hanno lo stesso valore di 100 metri cubi in centro). Tali volumi potranno essere riutilizzati per il recupero della periferia degradata, mediante appositi bandi pubblici e rilocalizzati;

4) attuazione del Piano Regolatore vigente attraverso i piani particolareggiati già esistenti (ambiti di risanamento) o da redigere nelle aree di degrado urbanistico o edilizio (ad es. zone B5), mediante un Programma di rigenerazione della periferia degradata da sviluppare con forme di partenariato pubblico – privato.

A seguito di tali azioni, che riteniamo strategiche e prioritarie, si potrà procedere sulla strada della stesura del nuovo Piano Regolatore considerando che:

• occorre che il Consiglio Comunale approvi comunque le direttive generali del Piano, eventualmente riconfermando quelle già approvate dal precedente consiglio;

• è stata da pochi giorni approvata dall’Assemblea regionale la legge istitutiva delle aree metropolitane, aspetto certamente da considerare nella stesura del nuovo PRG;

• occorre procedere a un’attenta Valutazione Ambientale Strategica, la cui mancanza rappresenta, a nostro avviso, il motivo vero e reale per cui occorre procedere alla redazione di un nuovo Piano Regolatore, consentendo così alla città di adeguarsi finalmente alla normativa ambientale nazionale ed europea.

E’ improrogabile offrire, ora e subito, alla città, alle forze imprenditoriali, a quelle professionali e di categoria l’opportunità di avere a disposizione uno strumento urbanistico vigente che guardi realmente alla rinascita di Messina.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *