Midili

I Consiglieri dei gruppi di minoranza “Città attiva” e “Milazzo futura” hanno tenuto stamane una conferenza stampa nella Presidenza del Consiglio Comunale, messa a disposizione dal presidente Nastasi per fare il punto della situazione sulla situazione economico-finanziaria dell’ente alla luce dell’ultima pronuncia del TAR, che ha cancellato l’intera procedura di dissesto. A parlare, presenti i consiglieri Lydia Russo, Franco Russo, Franco De Gaetano, è stato l’ex Assessore, oggi consigliere, Pippo Midili. “Ritengo – ha esordito Midili – che quanto affermato dal Sindaco in conferenza stampa qualche giorno addietro e mi riferisco all’ipotesi di ricorrere al “Salva debiti” sia stato un azzardo, in quanto la situazione del Comune è ben più grave di quella che si possa immaginare e la pronuncia del TAR ha cancellato il dissesto, ma sicuramente non i debiti. In tal senso tutti sono riusciti ad avere una chiara visione della situazione debitoria del Comune di Milazzo, dall’Assessorato Regionale agli enti locali, alla Corte dei Conti, all’Organo Straordinario di liquidazione, tranne che chi amministra questa città. Il Sindaco ha delineato una task force per stabilire la reale entità dei debiti del Comune di Milazzo, disconoscendo nei fatti tutti i documenti contabili posti in essere dai soggetti terzi di cui sopra. Quando l’organo straordinario di liquidazione accerta e conferma, tramite le certificazioni degli uffici comunali, almeno 22 milioni di euro di debiti fuori bilancio, queste somme vanno aggiunte ai 43 milioni iscritti regolarmente a bilancio. La somma supera i 60 milioni e di tanto avrebbe bisogno questo Comune per pagare tutti i suoi creditori. Somme diverse, sistemi di bilancio diversi portano come conseguenza logica – ha proseguito Midili – o che l’O.S.L. ha accertato numeri non veritieri su richieste non veritiere, e vanno denunciate, oppure si troveranno numeri diversi per motivi che in questo momento ci sfuggono. I cittadini hanno comunque diritto di sapere, perché e per chi dovranno subire un salasso che, benché il Sindaco e qualche Consigliere Comunale raccontino che si potranno diminuire le tasse e si potrà rilanciare l’azione amministrativa, costringerà i milazzesi a pagare tasse al massimo almeno per i prossimi 10 anni”. L’esponente della minoranza ha quindi sottolineato che “la strada del ricorso ai fondi del D.L. 35 non è migliorativa di nulla. Non è il tasso di interesse del 0,77% annuo che risolleva la città di Milazzo. Al Comune con la tassazione al massimo entrano ogni anno 29 milioni e mezzo di euro con uscite superiori di poco ai 27 milioni. Con un accollo di mutuo, che mai potrà essere inferiore ai 50 milioni per soddisfare tutti i creditori, annualmente bisognerà aumentare i costi di almeno 1 milione e 400 mila euro di rata restituzione mutuo a cui si aggiunga che le entrate, mantenendo sempre la tassazione al massimo, diminuiranno di oltre 1 milione e trecentomila euro l’anno con la conseguenza che il bilancio non sarà in equilibrio e bisognerà tagliare le spese, con la conseguenza ancora più grave che al 1 gennaio 2017 il personale precario si ritroverà senza copertura finanziaria e quindi dirà addio alla stabilizzazione ed anche al proprio posto di lavoro”. Quindi l’affondo politico: “L’amministrazione Formica in un sol colpo è riuscita a cancellare almeno la metà del proprio programma elettorale. Saranno gli ultimi (i cittadini milazzesi) a pagare i debiti fatti dai primi. I posti di lavoro dei precari sono fortemente a rischio ed il bilancio più che etico e condiviso sarà un foglio obbligato senza possibilità di scelta, ma con sacrifici anche sui servizi essenziali. Nessuno pensi ad alchimie, come la vendita dei beni immobili per pagare debiti fuori bilanci enormi che poi a fine anno non si realizzeranno. Nella logica della legalità e della trasparenza invitiamo l’Amministrazione Comunale a fare piena luce sul perché il Comune di Milazzo ha assommato tale situazione debitoria; a spiegare ai cittadini perché l’Amministrazione, posta davanti alla scelta di chi penalizzare abbia optato per colpire indistintamente i 32 mila abitanti della città per salvaguardare gli interessi, legittimi, di “1500 creditori”. Da ultimo l’invito al Sindaco “a riflettere bene sulla scelta da operare senza preoccuparsi di dover optare per strade diverse dal D.L. 35 che trascinerebbe la città in un collasso economico indefinibile. Non è più tempo di tirare a campare e indebitare i figli dei figli dei nostri figli. Tale scelta non può trovarci d’accordo. Faccia riflettere il Sindaco la scelta adottata da parecchi Comuni Siciliani incluso Brolo. Non a caso il Comune della provincia messinese ha dichiarato il dissesto senza pensare completamente al D.L. 35”.

 

Foti Rodrigo

 

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