Di seguito il comunicato di replica del senatore Francesco Molinari, alle polemiche generate dall’oggetto dell’ interrogazione parlamentare che porta la sua firma, ossia, i disagi, denunciati dai residenti di Piazza Santa Teresa a Cosenza, generati dalla presenza di non pochi locali notturni , con tutte le conseguenze connesse.
Il senatore Molinari risponde ad una lettera pubblicata da un quotidiano on line sottoscritta da un esercente indignato… per conoscenza questo il link :
Nota del senatore Francesco Molinari: <<Apprendo con amarezza della reazione scatenata dall’ interrogazione che porta la mia firma e che riguarda la querelle , che va avanti ormai da mesi, tra residenti e gestori dei locali di piazza Santa Teresa. Ritengo doveroso fare alcune precisazioni a questo punto e , soprattutto, nel leggere di una lettera di indignazione di uno fra gli esercenti. Intanto chiarisco, in merito allo “scalpore” suscitato dall’ aver “scomodato” il Senato, che si tratta dell’ ambito istituzionale in cui io posso intervenire. Non sarebbe stato necessario se a livello comunale (che è poi quello competente) si fosse mosso qualcosa in direzione di una risoluzione del problema che, per come riportato dai giornali, sta già “mietendo le prime vittime” con la chiusura di uno dei locali. A quanto pare però, nessuno interviene relegando i botta e risposta, a suon di querele ed esposti denuncia, nell’alveo di una disputa in cui residenti ed esercenti sono lasciati in balia di se stessi. Mi chiedo fino a che punto , in un simile stato di cose, gli esercenti riescano a lavorare ed a mandare avanti le loro attività, probabilmente , tirate su anche con grande sacrificio? A questo punto mi rendo disponibile, se una interrogazione parlamentare genera tanto “scandalo”, alla partecipazione ad un tavolo alla presenza dell’organismo demandato a risolvere la questione, ossia Sindaco o Prefetto. Ciascuno deve procedere ad una assunzione di responsabilita’ nel rispetto della carica che , sottolineo “temporaneamente”, occupa e proporre soluzioni. Proprio come ho fatto io , portando la questione nel dibattito politico- amministrativo della citta’. Chiarisco poi che circa una settimana fa , ero già intervenuto in merito alla questione, di cui peraltro la stampa ha dato conto, in cui si sollecitava un interessamento del Comune, al fine di individuare una soluzione che potesse risolvere la questione nella direzione di un beneficio per entrambe le parti, o che si trattasse di una nuova regolamentazione da rispettare da entrambe le parti, tassativamente , o l’individuazione di aree idonee e più consone all’apertura dei locali, magari non in prossimità troppo eccessiva di condomini. Aggiungo inoltre, che i passaggi riportati dalla interrogazione sono stati inseriti nella premessa e nelle considerazioni al fine di mostrare il quadro della disputa e “il pomo della discordia” ai destinatari dell’atto, che in altro modo non avrebbero potuto comprendere, appieno, le ragioni delle lamentele dei residenti che hanno generato la sorta di “faida” ormai in atto tra le parti. In conclusione devo, ahime’, constatare con tristezza che, evidentemente, in città mancano punti di riferimento politico. L’accanimento nel demonizzare una iniziativa che puntava, in buona fede, a risolvere, ma soprattutto ad aprire un varco ed accedere i riflettori, su una questione che si protrae, secondo me , da tanto e troppo tempo, fa emergere il bisogno di confronto con le istituzione e ciò conferma che, in una siffatta situazione i cittadini ( che siano i residenti o gli esercenti) sono stati lasciati soli. E’ necessario, poi, chiarire alcune imprecisioni. Nella lettera dell’ esercente leggo di suolo pubblico occupato. Nell’interrogazione ho parlato di “ avventori che sostano all’esterno” non di tavolini . Nella interrogazioni citavo i dati Arpacal e sono stati tirato in ballo perché rappresenta la base su cui poggiano le accuse mosse dai residenti. Lo dice lo stesso esercente. Richiesta di tavolini da diminuire a cui i gestori hanno rimediato. Richiesta di abbassamento decibel, su cui gli esercenti sono intervenuti…Ma nonostante tutto nullo si è mosso e le lamente dei residenti continuate. E’ evidente , dunque, che ci fosse l’urgenza di un azione forte. Serviva rivolgersi ad un livello istituzionale superiore al fine di stabilire una volta per tutte ragioni e torti. Giungono spesso lamentele e i cittadini si dolgono per una politica del “non fare” e poi però….. anche di quella che invece “ fa”. Mi stupisce di come non ci sia stata reazione di pari veemenza di fronte all’indifferenza di chi sarebbe dovuto intervenire ed, invece, ha scelto l’immobilismo.. Sicuramente, dal punto di vista politico, non inoltrarsi in un campo così minato, paga e di più rispetto alla scelta di azione in un ambito, anche abbastanza spinoso. Ma questo fa parte del compito che mi è stato affidato, ed io vado avanti forte della consapevolezza di essere in buona fede. In chiosa mi dichiaro disponibile ad un incontro con gli esercenti al fine di chiarire una volte per tutte, ed attraverso una comunicazione più “diretta “ , ciascuno le proprie posizioni e magari cercare insieme, attraverso un tavolo, con Sindaco o Prefetto, o perche’ no, anche entrambi, una soluzione condivisa che vada nella giusta direzione per TUTTI. Sen. Francesco Molinari, Presidente “Calabria Terra Libera”>>