Denunciati l’allevatore e due veterinari infedeli. Prosegue l’azione di controllo da parte degli uomini del Commissariato P.S. di Sant’Agata Militello sugli allevamenti dei Nebrodi, nell’ambito di una vasta attività volta alla prevenzione ed al contrasto di furti di animali ed alla macellazione clandestina. L’azione dei poliziotti, diretti dal Vice Questore Agg.to dott. Manganaro, e finalizzata alla tutela della salute dei consumatori, continua dunque a produrre risultati concreti e non cala l’attenzione degli investigatori sulla qualità di prodotti destinati a finire sulle nostre tavole.
Dopo l’arresto in flagranza di due noti pregiudicati ed il recupero di 4 bovini destinati alla macellazione clandestina, le attività di controllo da parte dei poliziotti si sono fatte più serrate portando di fatti, all’inizio di aprile, al sequestro di bovini non identificati nel comune di Frazzanò.
Successivamente nel corso di uno dei numerosi controlli effettuati nel mese scorso con l’ausilio di personale dell’Istituto zooprofilattico di Barcellona P.G., in un allevamento di bovini sito nel comune di Caronia, sono stati individuati 9 animali affetti da tubercolosi.
Le indagini hanno permesso di accertare che al termine degli ultimi controlli ufficiali effettuati 15 giorni prima da veterinari dell’ASP di S. Agata Militello, gli animali erano risultati in buono stato di salute. Tali controlli sono stati poi smentiti dalle analisi su campioni di sangue dei bovini effettuate dagli operatori dell’Istituto zooprofilattico di Barcellona, condotte tra l’altro con metodi innovativi in fase di sperimentazione, che hanno permesso di rilevare, nel 30% dei capi monitorati, la presenza dell’infezione tubercolare.
Sono pertanto scattati gli avvisi di garanzia per l’allevatore dei bovini infetti e per i veterinari dell’ASP che avevano effettuato i controlli. Inoltre nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 53 bovini sui quali verranno condotti ulteriori accertamenti oltre che tutte le misure per circoscrivere il focolaio infettivo.
I reati contestati agli indagati sono a vario titolo: diffusione di malattie degli animali, detenzione di alimenti pericolosi per la salute, falsità ideologica, abuso d’ufficio ed inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, oltre che truffa aggravata per l’ottenimento dei contributi.