All’indomani del grave atto intimidatorio contro il sindaco Maria Carmela Lanzetta, le aveva inviato una lettera in cui le diceva che non valeva la pena di fare l’eroe. Una missiva amara, quella dell”imprenditore Pippo Callipo, giustificata dalla stanchezza di lottare per una terra e per la sua gente “refrattaria ad ogni cambiamento» che finiva, però, con una promessa: «Un giorno, spenti i riflettori, mi piacerebbe incontrarla». Promessa mantenuta: ieri l’imprenditore vibonese ha partecipato alla tavola rotonda sul tema “Educazione all’impegno”. E proprio in apertura, il giornalista Antonio Baldari, prendendo spunto dalla lettera di Callipo ha chiesto: «Ma vale la pena fare gli eroi in una terra dove la gente anziché ribellarsi cede a comportamenti omertosi o clientelari?»

Maria Carmela Lanzetta in risposta ha tracciato l’identikit del buon amministratore che, in una democrazia, deve «assumere come stella polare la logica della responsabilità». Parlando dell’attualità del pensiero di Berlinguer , in un momento in cui si avverte il crescente scollamento tra partiti e cittadini, ha aggiunto: «Ritengo che nel proporsi all’elettorato, ognuno dovrebbe munirsi, assieme al programma di governo anche di un codice di comportamento che sarà tenuto a rispettare». Parole come pietre, quelle di Pippo Callipo: «Questi convegni dovremmo farli in Consiglio regionale perché a quei signori dovremmo parlare di etica e meritocrazia. Sono cresciuto in una famiglia dove mio padre e mio nonno non hanno mai usato scorciatoie o raccomandazioni per ottenere un diritto. Io non mi sento un eroe perché rispetto il contratto con i miei dipendenti».

Gazzetta del Sud – Imma Divino

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