Un investimento complessivo di 135 milioni di euro sino a fine anno. È quanto la Raffineria Ram di Milazzo ha illustrato a Cgil, Cisl e Uil e alle rispettive categorie dei metalmeccanici, degli edili e dei chimici (Fim, Fiom, Uilm, Feneal, Filca, Fillea, Filctem, Femca, Uiltec) per il piano investimenti 2015.
Un’iniezione di liquidità che, nonostante le difficoltà dettate dalla congiuntura internazionale che ha portato alla drastica chiusura di impianti nel nostro Paese, conferma la volontà della Ram di restare sul mercato e di aumentare gli investimenti per una sempre migliore difesa della sicurezza e dell’ambiente e per innovare gli impianti per tenerli al passo con le necessità del mercato.
Va in questa direzione, infatti, gran parte della spesa che produrrà a maggio una fermata per manutenzione straordinaria degli impianto di 58 giorni e ben 700 mila ore di nuovo lavoro per le quali saranno impiegati all’interno della Raffineria circa 2000 lavoratori dell’indotto.
Per Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm, Feneal, Filca, Fillea, Filctem, Femca e Uiltec l’impiego di queste risorse sono “un buon segnale e soprattutto come saranno impiegate vanno nella giusta direzione richiesta dal sindacato. Un investimento che avrà un importante impatto per l’economia di tutto il territorio provinciale”.
“Un impianto di queste dimensioni, residuale presidio produttivo in un’area a forte rischio sociale, deve continuare – sostengono Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm, Feneal, Filca, Fillea, Filctem, Femca e Uiltec – a mantenere alta l’attenzione verso sicurezza e ambiente e attivare quel trasparente rapporto con la collettività e con il mondo del lavoro per scongiurare ogni facile e demagogico allarmismo”.
Ambiente e sicurezza rappresentano per il sindacato i costi fissi e ineludibili di qualsiasi azienda che vanno garantiti con l’impiego di risorse ma anche e soprattutto con un programma di azioni da attuare tra Ram, Confindustria, sindacati e imprese locali puntando sempre più alla formazione, alla specializzazione e alla stabilità delle maestranze.
“L’obiettivo di infortuni zero che Ram ha inteso perseguire con un rapporto più stretto con le imprese dell’indotto deve – secondo Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm, Feneal, Filca, Fillea, Filctem, Femca e Uiltec – svilupparsi anche riguardo i lavoratori impiegati. La costante formazione alle tecniche e alla conoscenza degli impianti in cui si opera è un insostituibile presupposto che si può raggiungere non con la precarietà ma con la stabilizzazione dei lavoratori”.
Un progetto corposo e specifico è quello che Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm, Feneal, Filca, Fillea, Filctem, Femca e Uiltec chiedono a Ram, Confindustria e imprese per difendere e aumentare il lavoro vero e intensificare gli interventi verso ambiente e sicurezza contro chi ancora pensa che un territorio possa vivere senza industria.
Per questo motivo, i sindacati hanno chiesto a Raffineria e imprese dell’indotto di avviare un percorso che consenta ai giovani, attualmente impiegati nell’area anche con contratti a termine, di specializzarsi e aumentare così la professionalità e la qualità del lavoratore e, di riflesso, aumentare anche la qualità delle attività lavorative e della sicurezza dentro gli impianti.
Per i sindacati gli investimenti posti in essere per il 2015 dalla RAM – mirati in maggior parte all’innovazione tecnologica degli impianti, alla diminuzione dell’impatto ambientale e all’incremento di maggiore sicurezza degli impianti per i lavoratori e la collettività – fanno del sito industriale di Milazzo uno dei migliori in Italia ed Europa in termini di impatto ambientale, sicurezza e produttività.