Sconcerto e ferma disapprovazione per quella che viene definita “tanta sufficienza da parte delle forze di Governo e di quelle di opposizione”. Ad esprimerla è la Cisl Funzione Pubblica di Messina con il segretario generale Calogero Emanuele e l’Rsu dello stesso sindacato a Palazzo dei Leoni dopo “l’irresponsabile bocciatura dell’art. 1 e della conseguente decadenza di tutto l’impianto normativo” sulla riforma delle Province regionali siciliane. I lavoratori hanno manifestazione di fronte alla sede dell’ARS a rivendicazione delle legittime istanze dei dipendenti delle ex Provincie Regionali relative all’approvazione della nuova legge di riordino di tali enti, a seguito del prolungato commissariamento straordinario dell’Ente, che si protrae da ormai quasi 2 anni.
“Chiediamo – affermano adesso Giovanni Coledi, Giovanni Lentini, Filadelfio Magno, Sebastiano Mufale e Antonino Pinzone – che venga rapidamente riavviato un iter di riforma che possa dare chiarezza sulle prospettive di garanzia e di tutela del posto di lavoro e a scongiurare forme di mobilità e peggio ancora di inevitabile dissesto finanziario. Il 30 giugno scadranno il rapporto di lavoro dei colleghi contrattisti e vi è la necessità, pur nella caotica situazione generale, di dare avvio al percorso di proroga dei loro contratti di lavoro almeno al 31 dicembre 2015”.
La Cisl Fp denuncia la “drammatica deriva della politica regionale, che in 24 mesi non è stata capace di esitare un quadro normativo, di competenze funzionali e finanziario di riferimento che possa dare certezze e stabilità operative e che ha purtroppo prodotto i primi effetti per i dipendenti dell’Ente. Abbiamo, infatti, appreso che il Collegio dei Revisori dei Conti ha esitato solo parzialmente il parere sulla costituzione del fondo destinato alle politiche di sviluppo del personale dell’area del comparto di parte stabile, bloccando di fatto la corresponsione del salario accessorio. A tal proposito gli scriventi contestano tale parere dal momento che, a parere nostro, l’intera quota del fondo di parte stabile deve essere obbligatoriamente prevista e garantita nel bilancio di previsione, così come avvenuto negli anni precedenti, dal momento che essa non è soggetta ad alcuna condizione o riduzione discrezionale e richiedono l’immediata rettifica del parere e l’immediata convocazione per la definizione della contrattazione per la destinazione del fondo”.