“Ancora una volta l’Università di Catanzaro, punto di riferimento per gli studenti provenienti da tutta la Regione, si vede vittima di scoraggianti depauperamenti dell’offerta formativa nel silenzio delle Istituzioni”.
Lo ha dichiarato il capogruppo di “Catanzaro da Vivere” in consiglio comunale, Marco Polimeni, interviene sul taglio alle borse ministeriali per le Scuole di specializzazione di area medica.
“Rispetto al taglio nazionale del 10% – prosegue – l’Università di Catanzaro, forse per espiare incomprensibili colpe, ha subito un taglio del 20%, pari a 20 borse di studio. Con questo taglio cinque Scuole di specializzazione possono contare su due soli posti a testa, con il relativo rischio di accorpamento e quindi di chiusura”.
“Di fatto – precisa la nota – su una scia di tagli e chiusure che si perpetua dal 2009, i posti disponibili per le Scuole di specializzazione si sono ridotti a meno di un terzo di quelli originari. Pertanto, molti brillanti giovani catanzaresi, costretti in un imbuto di incoerenza per provare a ritagliarsi uno spazio nel ristretto rapporto tra numero di laureati e numero di borse di studio, si vedono sempre più frequentemente costretti ad emigrare verso altri Atenei per proseguire i propri studi, con un ovvio danno economico per le famiglie e per il territorio che vede disperdersi il precedente investimento formativo”.
“La cosa che più mi rammarica è che di fronte a un tale danno, qualche politicante, spinto esclusivamente dal campanilismo, gongola. Perché vede – erroneamente – nella demolizione dell’Università di Catanzaro l’unica possibile soluzione al folle ed irrealizzabile sogno della seconda Facoltà di Medicina calabrese a Cosenza. Il cieco campanilismo gli impedisce di comprendere come la Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia sia un bene per tutta la Regione. E la politica, ad ogni livello, dovrebbe potenziarla e incentivarla, soprattutto alla luce dei dati di virtuosismo amministrativo e scientifico che negli scorsi mesi sono stati pubblicati. Per affrontare questa emergenza – conclude Polimeni – basterebbe un intervento regionale di soli 125 mila euro all’anno per garantire quelle cinque borse di studio aggiuntive che salverebbero le cinque Scuole di specializzazione a rischio chiusura. Ci appelliamo pertanto al Presidente Scopelliti perché la Regione Calabria è l’unico ente che può colmare questa lacuna, così come stabiliscono alcune norme regolamentari”.