Alle ore 16 di oggi, mercoledì 22, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si terrà il convegno “Gran Camposanto: museo d’arte-cultura nel parco della memoria” per il bicentenario della nascita del progettista Leone Savoja. Ai lavori, che saranno introdotti dal dirigente il Dipartimento cimiteri e verde pubblico, Domenico Manna, e coordinati dalla funzionaria, Teresa Altamore, prenderanno parte il sindaco, Renato Accorinti, l’assessore all’ambiente, cimiteri e arredo urbano, Daniele Ialacqua, il commissario straordinario della Provincia regionale, Filippo Romano, ed il presidente della Fondazione architetti nel Mediterraneo, Pino Falzea. Interverranno Antonino Conti Nibali, su Leone Savoja; Dario De Pasquale, con cenni storici e retroscena della costruzione del Gran Camposanto; Francesco Maggio, su forme e scultura nel giardino della memoria; Antonino Amato, su Famedio e Cenobio ed Alessandro Crisafulli concluderà i lavori con flora ornamentale e spontanea nel Gran Camposanto di Messina. Il messinese Leone Savoja (1814-1885) rappresenta una delle figure di maggiore spicco nel campo dell’ingegneria civile e dell’architettura nella Messina dell’ottocento. Docente di architettura per quasi trent’anni all’Università di Messina, direttore dei Lavori pubblici per la Provincia di Messina, capo del Genio Civile, fu progettista di importanti opere portuali, stradali e ferroviarie. A Messina realizzò la sua opera architettonica più nota e significativa, cioè il Gran Camposanto, che, nonostante i gravi danni subiti dal sisma nel 1908 e da decenni di incuria, conserva la sua importanza originaria. Non rimane più traccia di tutte le altre opere architettoniche realizzate nella sua città, come Villa Costarelli e gli interventi eseguiti in collaborazione con l’architetto Fiore; il Duomo e il Palazzo del Gran Priorato con l’architetto Boniviri. Sono ancora esistenti la villa di famiglia, a Motta Camastra, e le opere per la sistemazione del cimitero monumentale di Catania.