Caro Tito, ti vorrei evidenziare un argomento tanto inusuale quanto importante: la necessità di fare bene la pipì, specialmente nei bagni pubblici e negli ambienti di lavoro. Mi dirai … “Con tanti problemi gravi che ci sono oggi nei nostri paesi, in Italia e nel mondo tu, adesso, mi vieni a dire di queste cose?”… Eppure, ti assicuro, che il fare bene pure la pipì (giusto per non andare oltre, ma lascio immaginare) è un tema universale che travalica i confini dei paesi, delle nazioni e del tempo storico.
Infatti, ognuno di noi ha potuto constare specialmente nei luoghi di lavoro e un po’ ovunque, viaggiando in lungo e in largo, il grado di civiltà che i vari popoli hanno in tante loro espressioni individuali e sociali, ma anche e soprattutto nell’aspetto che intendo prendere in considerazione. Ad esempio, per quel po’ che ho girato all’estero nei cinque continenti, nei tanti bagni pubblici del Canada (persino lungo le autostrade) ho trovato in assoluto la più affidabile pulizia, così pure in Austria e in Australia. Ovviamente non voglio generalizzare e, comunque, posso riferirmi unicamente ai servizi igienici ed evacuativi dei maschietti, poiché immagino che i bagni delle femminucce dovrebbero essere almeno un po’ più decenti di quelli di noi uomini (ma non è per niente scontato, da come di solito mi riferiscono alcune donne).
Purtroppo la situazione italiana (salve le dovute e numerose eccezioni) è a riguardo alquanto carente, persino nei bagni degli uffici pubblici (addirittura negli ospedali), non parliamo poi di quelli lungo le autostrade, sui treni, alle stazioni ferroviarie o similari!… Ripeto ci sono tante eccezioni, ma la tendenza prevalente è che i bagni pubblici italiani lasciano impressionati negativamente, quando non schifati. Mi sono sempre chiesto il perché di una tale situazione permanente. Potrei persino capire i bagni “troppo pubblici” dove c’è un continuo via vai di persone e gli addetti alle pulizie (verso i quali deve andare la nostra solidarietà per un tale lavoro!) non possono stare lì a pulire ad ogni uso … ma i bagni dei bar e dei ristoranti, là dove la proprietà è privata, perché non sono puliti e decorosi a sufficienza? …
Qualche mese fa mi sono fermato ad un bar gestito da una coppia di coniugi in Santa Maria del Molise, lungo una strada di grande comunicazione da e per Campobasso: caffè e pipì, come si è soliti fare in questi casi. Ho trovato un bagno così perfettamente pulito che è stato davvero un piacere constatarlo! E, vista e considerata la triste situazione quasi generale, mi sono complimentato con i gestori e ho sentito il dovere di gratificarli non soltanto lodandoli ma anche lasciando la mancia di un euro (proprio come segno di stima e per significare il mio apprezzamento) decantando la loro rarità. Infatti, spesso troviamo bagni dove non si riesce nemmeno ad entrare!… A parte il fatto che alcuni bar hanno come sede evacuativa dei bugigattoli così tetri, angusti, scomodi, senza areazione e inammissibili (anche per gli ispettori di igiene) che ci si perde d’aria e si rischia di svenirci!… Poi non parliamo delle porte che non si chiudono, della carta igienica che manca, di graffiti indecenti (c’è tutta una letteratura a riguardo) e via dicendo! Sarebbe preferibile avere bagni pubblici a pagamento ma assai puliti e bene accessoriati piuttosto che bagni inadatti, quando non indegni e insalubri.
Ammettendo che la “colpa” (se di colpa si può parlare in tali casi) sia per il 50% dei gestori e per l’altro 50% degli avventori, mi chiedo che tipo di concezione abbiamo in Italia di tali luoghi indispensabili alla salute umana (perché stiamo parlando non soltanto di decoro e di civiltà ma anche di salute individuale e collettiva) … che figura ci facciamo con i forestieri (specialmente con i turisti) !!! … Ma, poi, dove sono coloro che dovrebbero ispezionare i locali pubblici, sia come igiene che come esecuzione edilizia?… Ci sono davvero fin troppe situazioni assolutamente intollerabili. Per dare un’idea tratta dalla mia esperienza in giro per l’Italia (sono stato in tutte le regioni, anche se alcune conosco meglio di altre), valuto che almeno il 70% (leggasi “settanta per cento”) dei bagni pubblici siano inadeguati. E’ una mia stima, ovviamente, ma sarebbe assai utile avere una totale ricognizione ISTAT sulla realtà delle cose.
Mi chiedo, inoltre, chi ci dovrebbe educare fin da bambini a fare bene la pipì e la pupù, inducendoci al massimo rispetto dei luoghi condivisi con altri, specialmente quando si tratta di igiene. La mia convinzione è che l’individuo, fin da bambino, è solitamente lasciato a sé stesso pure in queste cose assai importanti, pure per il decoro nazionale! La famiglia è spesso “latitante” in questo come in altri aspetti educativi inevitabili (come l’invincibile presenza degli impulsi sessuali fin troppo naturali per ignorarli). La scuola? … guarda taluni bagni scolastici!… La Chiesa o le altre religioni?…. ognuno ha un proprio “vissuto” a riguardo. E mi riferisco soltanto a queste tre entità (famiglia, stato e chiesa) che da noi sovrintendono più di altre alla formazione delle persone e della società (Dio, Stato, Famiglia). E la pedagogia sociale dei cosiddetti “mass-media”?…
Forse, nelle nuove generazioni le cose saranno pure cambiate, ma sembra ieri (ti parlo di appena 40 anni fa) quando nel centro di Roma (capitale d’Italia e della cristianità) e di tante altre città (ma pure nei nostri piccoli paesi) c’erano ancora i cosiddetti “vespasiani” (ovvero gli orinatoi a vista però soltanto per maschietti, lungo le strade trafficate di veicoli e di pedoni di ogni età che ti passavano a fianco). E sembra ieri (ti parlo dei primi anni sessanta) quando un mio compagno di classe delle scuole medie mi confidò che, grazie al terrore sessuofobico imposto dal nostro insegnante di religione, egli andava a fare pipì (al bagno di casa e di scuola) pregando e con immaginette di santi davanti, temendo di fare peccato nell’atto di prendere il pisellino con le mani per orientarlo bene a centrare la tazza delle evacuazioni!!!… Sarà stato, questo, un paradosso eccessivo, ma non sappiamo quante situazioni del genere ci siano ancora in giro e tali che bisognerebbe fare adeguata “igiene mentale” prima di accingersi a fare igiene personale!
E poi c’è un altro tipo di imbarazzo che penso abbiamo provato tutti, più o meno! Ad esempio, se entri in un bagno pubblico o nel bagno del tuo luogo di lavoro e questo bagno è in condizioni pessime o semplicemente non tanto decenti, hai due possibilità (specialmente se ci sono altre persone che aspettano o che ti hanno visto entrare): o scappi immediatamente (meglio se con visibili espressioni indignate e schifate) oppure sei costretto a pulire pure ciò che altri hanno lasciato prima … per non fare la figura di essere tu l’autore di quelle schifezze! E quante volte è capitato che è stato necessario pulire pure lo sporco lasciato dai precedenti utenti!!!… Ed essere costretto a subìre e a pulire fin troppo spesso la “disattenzione” o la “cattiva educazione” degli altri, ti confesso assai sinceramente che tale persistente situazione mi rode tanto ma proprio tanto!…
Come puoi constatare, l’argomento di questa lettera (che, paradossalmente, può persino suscitare una qualche ilarità e tutta una serie di commenti, pure salaci) è più importante di quel che non sembri in un primo momento, anche se potrebbe apparire tema irriverente (ma purtroppo è la realtà e la realtà non va mai respinta, specialmente quando è necessario intervenire per migliorarla). E ti potrei raccontare ancora di tutto e di più, però mi fermo qui, poiché ritengo che si possa immaginare tutto il resto e, inoltre, ho motivo di credere che ci sia ancora tanto, troppo da lavorare anche in questo settore dell’educazione personale e sociale e nella concezione dei servizi pubblici essenziali all’igiene.
Caro Tito, oggi vanno di moda le classifiche internazionali e queste, spesso, pongono purtroppo l’Italia in graduatorie non degne della sua antica civiltà. Speriamo che nessuno faccia la classifica dei Paesi con i migliori WC del mondo… altrimenti ci faremmo una pessima figura. Per la questione dei bagni pubblici e per questioni più generali e strutturali, ho la netta impressione che ci sia un antico “tarlo” nella nostra società italiana che ci impedisce di crescere e di essere proprio all’altezza della nostra vera o presunta raffinata cultura. E’ un tarlo che ci impedisce di essere, nel complesso, un popolo di vero e pieno prestigio tra le altre nazioni più evolute in tanti settori dove noi siamo carenti o inadeguati, addirittura inesistenti (ad esempio, non c’è una sola Università italiana tra le prime cento più prestigiose del mondo, nonostante la nostra baldanza e supponenza). Venire a capo di questo “tarlo tutto italiano” dovrebbe essere, già fin da oggi, la nostra principale missione … no, anzi … la nostra unica sana ossessione, altrimenti continueremo ad esibire la solita “Italietta” con tutto ciò che ne consegue.
Perciò, auspico, spero ed auguro che tutto il mondo possa essere degno della bellezza e del decoro della Natura e delle dignità umane. Pure per questo insisto sulla formazione della “generazione decisiva” che dia lo “sprint” generale, specialmente per la nostra Italia che vorremo ancora più splendente dello stesso nostro sole mediterraneo!
Saluti e baci, Domenico Lanciano (martedì 18 novembre 2014)