Caro Tito, come ogni italiano dovrebbe fare (indipendentemente da ideologie e fede politica), formulo al nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella i migliori auguri di “buon servizio” allo Stato e alla Nazione dentro e fuori i confini. Anzi, doppi … “Auguri Presidente Mattarella!” … poiché il momento è straordinariamente difficile, specialmente per le troppe famiglie e le troppe persone (particolarmente giovani) in forte difficoltà e dolorosa esasperazione così come interi territori, soprattutto i più montani e desertificati!
Caro Tito, sono assai lieto di questa elezione pure perché Mattarella è siciliano con tutto ciò che speriamo comporti per l’estremo Sud … dal momento che il nostro Mezzogiorno non ha avuta adeguata attenzione dai precedenti inquilini del Quirinale (nonostante tre siano stati napoletani, altri due sardi e uno – Oscar Luigi Scalfaro – novarese di origini calabresi). Sono lieto anche perché, tra l’altro, tale elezione risarcisce moralmente e civilmente non soltanto il martirio del fratello Piersanti (cui la Città di Isernia, qui in Molise, ha dedicato una strada nella zona residenziale) ma anche tutti i Martiri di Sicilia e d’Italia per la legalità e l’onestà sociale … però spero proprio tanto che questa di Mattarella sia l’ultima elezione di un Presidente della Repubblica effettuata dalle Camere riunite e dai Rappresentanti regionali. Infatti, come ho accennato nella precedente Lettera n. 99, sarebbe più democratico fare eleggere direttamente da tutto il popolo il più alto Magistrato dello Stato … se è vero che costituzionalmente il “popolo è sovrano”. Ultimamente, specialmente con le leggi elettorali, il popolo è stato espropriato, più o meno parzialmente, nella elezione dei suoi rappresentanti al Parlamento, poiché la cosiddetta “casta” politica o “partitocrazia” ha preferito riempire le due Camere di “designati” dai capi-partito … “designati” previsti pure dalla nuova legge elettorale “Italicum”. Un motivo in più, persistendo tale impostazione, per dare al popolo almeno la possibilità di eleggere il Presidente della Repubblica. Una elezione a suffragio universale eviterebbe il triste teatrino cui abbiamo assistito in queste ultime settimane.
E come potrebbe avvenire tale elezione a suffragio universale?… A mio parere, il popolo dovrebbe scegliere tra 20 candidati che siano il risultato delle “Primarie regionali”. In pratica ogni regione dovrebbe eleggere, pure qui a suffragio universale regionale (possibilmente in una unica data), il rappresentante che poi concorrerà per il Colle tra i 20 candidati. Chi verrà eletto tra i 20 (sempre a suffragio universale nazionale) “conquisterà” il Quirinale, mentre gli altri 19 formeranno il “Consiglio della Repubblica” a sostegno del Capo dello Stato e della democrazia. Colui che presiederà il Consiglio della Repubblica sarà pure il Vice della più alta carica dello Stato (sganciadola così dalla figura del Presidente del Senato). Così avremo la “Camera dei Deputati”, il “Senato” (ormai diventato simbolico) e il “Consiglio della Repubblica” un nuovo Organo da inserire nella nuova Costituzione (assieme alla elezione popolare del Capo dello Stato) come ulteriore garanzia dei cittadini e “controllori della democrazia” in tutti i settori pubblici. Mi sembra che una tale impostazione garantisca meglio (con alcuni altri accorgimenti e contrappesi) la democrazia in Italia, luogo dove storicamente sono sempre presenti tentativi plurimi di restrizione dei diritti-doveri e degli spazi pubblici e popolari.
Caro Tito, personalmente mi auguro, infine, che il tredicesimo Presidente della Repubblica sia una donna. La società civile italiana ha 7 anni di tempo per lavorare su questa idea, magari istituendo un apposito “Comitato per una Donna Capo dello Stato” o “Una Donna al Quirinale” per il prossimo settennato 2022-2029. E’ proprio giunto il tempo, per l’Italia, di fare questo passo di grande civiltà e di necessaria giustizia sociale-epocale di genere. Possibile che in Italia non ci sia una sola donna capace di diventare Presidente della Repubblica?… Ovviamente, spero che la prima “Donna al Quirinale” sia eletta a suffragio universale (come descritto e nella lettera 99) . Fossi più giovane e pieno di energie convocherei gli “Stati Generali delle Donne” … così come nel 1990 ho ipotizzato il movimento P.U.D. – Proporzione Uomo-Donna.
Cordialità, Domenico Lanciano (lunedì 2 febbraio 2015 ore 10,15)